"32 caccia e 5 navi da guerra attorno all'isola": la Cina ora sfida Taiwan

La Cina ha inviato 32 aerei militari e cinque navi da guerra nello Stretto di Taiwan. Nuove tensioni nel Mar Cinese Meridionale dove tiene banco anche il testa a testa tra Pechino e Manila

"32 caccia e 5 navi da guerra attorno all'isola": la Cina ora sfida Taiwan
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Torna a salire la tensione tra Cina e Taiwan. Il ministro della Difesa di Taipei ha fatto sapere che nelle ultime 24 ore è stata rilevata la presenza di 32 aerei militari cinesi e 5 navi da guerra attorno all'isola. Si tratta della seconda più grande presenza militare cinese segnalata dall’inizio del 2024. Scendendo nei dettagli, venti aerei hanno "superato la linea mediana dello Stretto di Taiwan", si legge in una nota diffusa dal governo taiwanese. Le Forze armate di Taiwan hanno "monitorato la situazione e messo in campo un aereo di pattugliamento, navi della Marina e un sistema missilistico sulla costa in risposta a queste attività". Tra fine gennaio e l'inizio di febbraio era stata segnalata la presenza di 33 aerei militari cinesi attorno a Taiwan.

Cosa succede tra Cina e Taiwan

Da quando si sono svolte le elezioni presidenziali taiwanesi, lo scorso gennaio, la Cina ha continuato ad aumentare la pressione sull'isola inviando navi da guerra e jet (senza dimenticare i misteriosi palloni aerostatici). L'ultima notizia riguarda la rilevazione da parte di Taipei di 32 aerei da combattimento e 5 navi da guerra cinesi attorno all'isola. Nel frattempo, il comandante militare degli Stati Uniti nell'Indo-Pacifico, John Aquilino, ha affermato che Pechino starebbe mantenendo il suo obiettivo di poter invadere Taiwan entro il 2027.

"Le azioni dell'esercito cinese indicano la loro capacità di soddisfare la linea temporale tratteggiata da Xi Jinping: unificare Taiwan con la Cina continentale entro il 2027. Anche con l'uso della forza se necessario", ha dichiarato Aquilino. Dal 2021, anno in cui ha preso il comando, lo stesso Aquilino ha fatto presente che il gigante asiatico ha aggiunto oltre 400 aerei da combattimento avanzati e oltre 20 navi da guerra principali, e ha più che raddoppiato il suo inventario di missili balistici e da crociera. In un simile scenario, Xi ha anche chiesto alla Cina di costruire una "forza militare di livello mondiale" entro il 2027.

Acque caldissime

Oltre a Taiwan c'è un altro epicentro di tensioni nel Mar Cinese Meridionale. Il governo delle Filippine sta cercando di rivendicare i propri diritti sulle aree oggetto di disputa con la Cina, non di provocare un conflitto "svegliando il can che dorme", ha dichiarato il presidente Ferdinand Marcos Junior in un'intervista rilasciata all'emittente televisiva Bloomberg in occasione della visita a Manila del segretario di Stato Usa, Antony Blinken. "Stiamo cercando di mantenere la situazione su un piano stabile", ha spiegato Marcos, secondo cui però "il livello delle minacce (da Pechino) è cresciuto" e le Filippine devono dunque "fare di più per difendere il territorio".

Il leader filippino ha ricordato come la Cina abbia "intrapreso delle azioni molto aggressive contro la Guardia costiera" di Manila e come, dall'altra parte, le Filippine non abbiano "istigato alcun tipo di conflitto o di scontro".

Marcos ha detto che il suo Paese "non può accettare" le rivendicazioni di Pechino sulla maggior parte del Mar Cinese Meridionale e, pur sottolineando di aver mantenuto contatti con la Cina nel corso degli ultimi mesi, ha aggiunto di "non voler esser messo nella posizione d'invocare il trattato di mutua difesa con gli Stati Uniti". Quest'ultimo scenario, ha spiegato, si concretizzerebbe nel caso in cui Manila fosse posta dinnanzi a una "minaccia esistenziale".

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