Missili, portaerei e bombardieri: gli Usa preparano il "muro" contro la Cina

Il dispiegamento da parte di Washington di lanciamissili nella regione dell'Asia-Pacifico è soltanto la punta dell'iceberg della strategia Usa

Missili, portaerei e bombardieri: gli Usa preparano il "muro" contro la Cina
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Contenere la Cina. O quanto meno: lanciare un chiaro messaggio all’indirizzo di Pechino. Sembrerebbe essere questa la strategia che intendono adottare gli Stati Uniti nell’Indo-Pacifico, la regione finita al centro del testa a testa tra le due potenze globali. Il piano degli Usa si sta concretizzando su più fronti. Già, perché mentre Washington ha inviato, nel corso dei mesi, bombardieri e portaerei nucleari nei pressi della penisola coreana, allo stesso tempo le forze statunitensi dislocate nell’Estremo Oriente asiatico si stanno riorganizzando al meglio. Stringendo nuovi patti militari con i partner locali e dislocando nell’area armi più potenti.

La strategia Usa per contenere la Cina

Il dispiegamento da parte di Washington di lanciamissili per i suoi missili a medio raggio nella regione dell'Asia-Pacifico - per la prima volta in quasi quattro decenni - è un chiaro avvertimento all’indirizzo della Cina contro ogni possibile avanzamento militare e nell’ottica di un conflitto nello Stretto di Taiwan.

Nei giorni scorsi, Joe Biden in persona ha annunciato che gli Stati Uniti, il Giappone e l'Australia creeranno un sistema comune di difesa aerea e missilistica. "La piattaforma Aukus sta anche valutando come includere il Giappone nel nostro lavoro relativo al pilastro delle capacità avanzate e dei sistemi autonomi, inclusa l'intelligenza artificiale", ha quindi aggiunto l’inquilino della Casa Bianca.

La muraglia difensiva che intendono costruire gli Usa ha generato una piccata risposta da parte della Cina. Il ministero degli Esteri cinese ha affermato che Pechino è sempre stata "fermamente contraria" allo schieramento statunitense di missili a medio raggio nell’Asia-Pacifico e al rafforzamento dello schieramento avanzato "alle porte della Cina per cercare la superiorità militare unilaterale". "La Cina aderisce alla via dello sviluppo pacifico e persegue fermamente una politica di difesa nazionale difensiva. Non abbiamo alcun interesse a competere con nessun paese in termini di potenza militare", ha ribadito il portavoce del ministero Mao Ning.

I jolly militari degli Stati Uniti

Quali sono i missili che spaventano il gigante asiatico? L'SM-6 è l'ultimo missile d'intercettazione della Marina statunitense, progettato per la guerra antiaerea a lungo raggio contro i missili balistici, con un raggio operativo di oltre 240 chilometri e un sistema di guida radar attivo che consente al proiettile di trovare e tracciare il proprio obiettivo in modo autonomo. Il Tomahawk è invece un missile da crociera subsonico in grado di colpire un bersaglio a circa 2.500 chilometri da una nave da guerra o in un'operazione di attacco terrestre basata su sottomarina.

Come ha spiegato il South China Morning Post, sebbene utilizzati principalmente dalla marina, i missili possono anche essere lanciati dal sistema di capacità a medio raggio dell'esercito americano, noto anche come Typhon, che l'esercito americano utilizza a Guam dallo scorso anno.

La Cina, certo, gode di un non trascurabile vantaggio geografico. Inoltre, secondo il rapporto annuale del Pentagono sulla potenza militare cinese pubblicato lo scorso ottobre, si stima che la forza missilistica dell’esercito cinese disponga di 500 missili balistici intermedi e 1.000 a medio raggio con una gittata compresa tra 1.000 e 5.500 chilometri, nonché 550 lanciatori per impiegare al meglio questi sistemi d'arma.

"Senza le armi dell’esercito americano, la Cina potrebbe distruggere gran parte della capacità dell’aeronautica americana bombardando gli aeroporti di Okinawa. Potrebbe anche usare missili antinave per tenere lontane le navi da guerra americane.

Ma ora Pechino dovrà prendere di mira anche i Paesi che ospitano i lanciatori Typhon dell’esercito americano", ha spiegato Timothy Heath, ricercatore senior nel settore della difesa internazionale presso la Rand Corporation. Il Dragone è avvisato.

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