
Poche ore dopo l'annuncio degli Stati Uniti di sospendere gran parte delle informazioni di intelligence condivise con l'Ucraina - dati che le forze di Kiev erano fin qui solite ricevere in tempo reale per orientare i loro attacchi contro obiettivi russi – la Francia ha riferito di voler continuare a trasmettere tutte le notizie in suo possesso alla parte ucraina. "Abbiamo risorse d'intelligence che condividiamo con gli ucraini", ha dichiarato il ministro francese della Difesa, Sebastien Lecornu, ai microfoni di France Inter. Parigi ha dunque esplicitamente fatto sapere di voler smarcarsi dalla strategia adottata da Donald Trump. Il tycoon, tra l'altro, aveva di recente vietato alla Gran Bretagna di condividere informazioni di intelligence provenienti dagli Usa con il governo guidato da Volodymyr Zelensky.
Non solo: secondo il New York Times lo stop attuato dagli Usa riguarderebbe anche i dati usati come early warning di attacchi missilistici e di droni russi contro obiettivi militari e civili in Russia. La pausa rende anche più difficile, per gli ucraini, colpire le forze russe, anche se Kiev continua ad avere accesso ad altre immagini satellitari per poterlo fare. "Tutto quello che arrivava dal dipartimento della Difesa si è fermato. Riguarda soprattutto lo scambio di immagini, che non è critico perché aziende europee hanno i loro satelliti anche se non sono tutti concentrati sui movimenti e i siti militari", ha spiegato l'ex direttore del direttorato per l'intelligence principale ucraino, Valeriy Kondratiuk. La Cia mantiene una "presenza significativa" in Ucraina dove ha aiutato gli ucraini ad aprire tre basi segrete usate per intercettare le comunicazioni russe, riducendo così la dipendenza degli ucraini dall'intelligence Usa.
La mossa della Francia sulla condivisione dell'intelligence con Kiev
Lecornu ha lasciato intendere che la Francia non adotterà lo stesso approccio utilizzato da Washington e Londra. Al contrario, Parigi continuerà a condividere tutte le informazioni possibili con la controparte ucraina. "Oggi in Francia non c'è un solo agente della Dgse (la Direction générale de la sécurité extérieure ndr), un solo ufficiale dello Stato Maggiore che consideri che la Russia non sia una minaccia", ha spiegato il ministro. "La nostra intelligence ha le sue capacità. Trasmettiamo le informazioni in nostro possesso alla parte ucraina", ha concluso lo stesso Lecornu.
Ben diversa la scelta degli Usa. Il capo della Cia, John Ratcliffe, ha certificato lo stop alla condivisione di dati di intelligence con Kiev. Il congelamento è iniziato dopo che l'amministrazione Trump aveva sospeso anche le spedizioni di armi verso l'Ucraina. Queste mosse sono la diretta conseguenza dell'acceso scambio di battute avvenuto nello Studio Ovale tra il presidente statunitense e il vicepresidente Usa, JD Vance, e Zelenskyy, accusato di non aver mostrato sufficiente gratitudine per il sostegno americano.
Parigi si smarca da Washington
Nello stesso momento in cui alle agenzie di intelligence e agli organi di informazione militari del Regno Unito è stato ordinato di non condividere con l'Ucraina alcuna informazione di intelligence prodotta dagli Stati Uniti, Parigi ha fatto sapere di aver imboccato la strada opposta. Ricordiamo che agli organismi di Londra come il Communications Headquarters (GCHQ), le agenzie di spionaggio e le sezioni di intelligence del ministero della Difesa, era arrivato un chiaro diktat dagli Usa.
Kiev ha fatto molto affidamento sugli aiuti militari degli Stati Uniti – e pure sulle loro informazioni di intelligence - da quando la Russia ha lanciato la sua offensiva nel 2022. L'Ucraina teme adesso che le proprie difese possano resistere solo per pochi mesi senza il supporto di Washington. L'Unione europea si è detta pronta a intensificare il suo sostegno nei confronti del partner e la Francia ha ulteriormente alzato la posta in gioco.
"Che la pace in Ucraina venga raggiunta rapidamente o meno, gli Stati europei devono essere in grado di difendersi meglio o di scoraggiare qualsiasi ulteriore azione", ha detto Emmanuel Macron aggiungendo che "dobbiamo rafforzare la nostra Difesa. Pertanto rimaniamo legati alla Nato, ma dobbiamo rafforzare la nostra indipendenza. L'avvenire dell'Europa non può essere deciso a Washington o Mosca".
Ribadendo la necessità che i Paesi europei possano compiere investimenti aggiuntivi sulla spesa militare, senza che questi vadano a pesare su bilanci e tasse, il presidente francese ha rivendicato il fatto che Parigi ha l'esercito più efficace di Europa e che è dotato di capacità di deterrenza nucleare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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