Dal 16 al 24 gennaio nei mari dell'Asia è andata in scena l'esercitazione militare marittima La Pérouse con l'obiettivo di proteggere i punti di strozzatura strategici – gli stretti di Malacca, Sonda e Lombok - che collegano l'Oceano Indiano al Mar di Giava, al Mar Cinese Meridionale e all'Oceano Pacifico. Le manovre, che hanno coinvolto 13 imbarcazioni, sono state guidate dalla Francia e dal suo Carrier Strike Group (CSG), insieme ad altre otto nazioni regionali: Australia, Canada, Stati Uniti, India, Indonesia, Malesia, Regno Unito e Singapore. La Pérouse è tuttavia l'apice di un più ampio spiegamento francese di 150 giorni incentrato sulla portaerei a propulsione nucleare Charles de Gaulle, e sottolinea il crescente interesse di Emmanuel Macron nella regione indo-pacifica.
Le mosse di Macron
Nel corso di una recente intervista a Le Figaro, il ministro della Difesa francese Sebastien Lecornu, parlando della presenza della portaerei Charles de Gaulle nelle acque dell'Indonesia, ha spiegato che la diplomazia di Parigi è quella del "non allineamento" e del "rifiuto dei blocchi". Lecornu ha però specificato che la Cina rappresenta una "sfida" perchè "la sua agenda economica è offensiva". "La nostra diplomazia e le nostre missioni militari devono ricordare un'evidenza: il rispetto del diritto internazionale del mare", ha proseguito lo stesso Lecornu. "Non possiamo accettare la strategia del fatto compiuto contestando la libertà di circolazione marittima", ha quindi concluso il ministro di Macron.
Ma per quale motivo Macron intende rafforzare la presenza francese in Asia? Circa un terzo delle spedizioni commerciali mondiali attraversa i richiamati stretti di Lombok, Malacca e Sunda, passaggi che forniscono anche un accesso strategico alle navi militari. Da questo punto di vista, salvaguardare il passaggio in tali corridoi marittimi è fondamentale per mantenere le linee di comunicazione marittime regionali (e globali).
Arriviamo quindi all'esercitazione La Pérouse a guida francese, che mirava a garantire che una forza interoperabile fosse pronta a gestire il traffico attraverso varie aree strategiche durante una crisi simulata. "Insieme, i Paesi confinanti con l'area stanno unendo le forze per addestrarsi a vicenda per rafforzare la sicurezza marittima in questa regione, dove si concentra oltre il 50% del traffico marittimo mondiale, e i problemi di sicurezza che ciò comporta", ha affermato il contrammiraglio francese Jacques Mallard, comandante del gruppo d'attacco.
L'importanza dell'Indo-Pacifico
L'esercitazione appena terminata, ha spiegato The Diplomat, si è concentrata sul potenziamento della sicurezza marittima, sullo sviluppo dell'interoperabilità e sul rafforzamento delle capacità di risposta collettiva alle crisi. I partecipanti si sono altresì impegnati in un'ampia gamma di operazioni di sicurezza marittima, tra cui esercitazioni di navigazione in formazione e di fuoco vivo, discussioni e esercitazioni condivise sulle pratiche di intervento e salvataggio, integrazione di aeromobili da pattugliamento marittimo e rifornimento in mare.
Una caratteristica fondamentale di La Pérouse 2025 è stato l'uso della rete IORIS, una piattaforma di comunicazione e condivisione di informazioni fornita dall'Unione Europea, che consente risposte sincronizzate ed efficaci di fronte a ipotetici incidenti marittimi. Durante l'esercitazione, una cellula di coordinamento dell'ambasciata francese a Jakarta, guidata da ufficiali dello staff del CSG, ha gestito lo scenario utilizzando il sistema di comunicazione e coordinamento di crisi IORIS.
Prima di La Perouse, il French Navy Carrier Strike Group ha fatto scalo a Goa e Kochi, in India, e ha partecipato all'esercitazione Varuna con la Marina indiana.
Il ruolo di leadership della Francia in La Perouse riflette dunque il crescente coinvolgimento delle nazioni europee nell'Indo-Pacifico. Circa 1,6 milioni di cittadini francesi vivono nei territori regionali della nazione e anche altre nazioni europee si stanno impegnando nella regione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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