Navi madri per droni spia: cosa è in grado di fare l'arma finale Usa

L'Us Army punta allo sviluppo dei sistemi launched effects per raggiungere il targeting tempestivo

Navi madri per droni spia: cosa è in grado di fare l'arma finale Usa

L'Esercito degli Stati Uniti sta intensificando gli sforzi per sviluppare droni progettati per essere lanciati da piattaforme ad alta e media quota. Questi velivoli senza pilota sono destinati a svolgere operazioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione. L'iniziativa è stata recentemente annunciata attraverso una richiesta di informazioni pubblicata dal governo americano, sottolineando l'impegno delle forze di terra a dimostrare la capacità operativa di tali dispositivi entro il 2026.

Cosa cerca il governo Usa

Dal documento emerge che l'obiettivo principale della richiesta di informazioni (RFI) è identificare le tecnologie attuali necessarie per sviluppare un sistema di "Launched Effects" (LE). Quest’ultimo sarà installato su un aereo di intelligence, sorveglianza e ricognizione (A-ISR) ad alta quota, programmato per agire sia di giorno che di notte. Il progetto deve essere testato entro l'anno fiscale 2026 e successivamente integrato su un jet executive certificato dalla FAA, come il Bombardier G6500. È importante sottolineare che la tecnologia dovrà operare a oltre 41.000 piedi di altitudine e a velocità superiori ai 400 nodi per un periodo di oltre sette ore. Inoltre, dovrà essere in grado di funzionare anche in condizioni di temperatura estremamente rigide, arrivando fino a -65 gradi sotto lo zero.

Il testo evidenzia che i requisiti tecnici richiedono che il sistema di lancio sia collocato su stazioni di hardpoints, sia interne che esterne. Le stazioni interne dovranno sostenere un peso massimo di 1.800 libbre, mentre quelle esterne non dovranno superare le 600. È interessante notare che non sono previste manovre di lancio specifiche; l’armamento dovrà quindi essere in grado di dispiegarsi mentre il velivolo è in configurazione di crociera. Inoltre, l'aereo dovrà fornire energia non superiore a 10 kVA e garantire l'accesso a una rete dati in ciascuna delle stazioni di lancio.

La RFI richiede anche informazioni dettagliate sulle capacità del LE, incluse stime sui costi, esperienze pregresse con altre aziende nel campo dell'integrazione ed eventuali contratti esistenti che potrebbero facilitare l'acquisto di tali tecnologie. Infine, sono sollecitati dettagli sui requisiti software, sulle prestazioni operative, sulla protezione delle tecnologie sensibili e sulla modularità, in modo da poter accogliere carichi utili alternativi.

Funzionalità e obiettivi dei "Launched Effects"

Il concetto di "Launched Effects" rappresenta una nuova frontiera nel campo delle piattaforme aeree senza pilota, capaci di eseguire vari compiti, tra cui targeting, sorveglianza, estensione delle reti e attacchi cinetici. Queste tecnologie possono essere lanciate sia da veicoli aerei che da quelli terrestri e saranno trasportate dai velivoli tramite supporti alari, consentendo il loro dispiegamento mentre l'aereo “madre” è in volo. Tale evoluzione segna un cambiamento strategico nel portafoglio aeronautico dell'Esercito, evidenziando l'importanza crescente dei droni e delle piattaforme LE come strumenti chiave per il contatto con il nemico.

Il generale Cain Baker, direttore del Future Vertical Lift Cross-Functional Team, ha evidenziato che i "Launched Effects" non si limitano solo alle piattaforme di lancio, ma includono anche payload, estensione della rete, software a bordo e i sistemi di lancio progettati secondo le specifiche esigenze operative. Le unità possono essere lanciate anche da piattaforme autonome, offrendo supporto alle truppe nella rilevazione, identificazione e localizzazione di minacce sul campo di battaglia. Baker ha inoltre sottolineato che queste soluzioni consentono operazioni sia offensive che difensive, migliorando la sopravvivenza delle forze di terra e aumentando la superiorità rispetto all'artiglieria tradizionale. L'introduzione di piattaforme autonome rappresenta un cambiamento significativo nelle operazioni militari.

Lo sviluppo di queste capacità ha fatto notevoli progressi, con "Launched Effects" a corto raggio operanti fino a 40 chilometri, a medio raggio fino a 100 chilometri e a lungo raggio fino a 200 chilometri. Le esigenze dei comandanti, secondo il generale, sono state allineate ai diversi livelli di comando: “Gli LE a corto raggio sono destinati alle unità di brigata, quelli a medio raggio a livello di divisione e quelli a lungo raggio a livello di corpo o task force multidominio”.

Una corsa al raggiungimento del “targeting tempestivo”

Dall’analisi emerge che le forze statunitensi erano già state impegnate nella realizzazione di armamenti. In particolare, secondo quanto riferito dall'Us Army, attraverso il progetto Uncrewed Aircraft Systems, in collaborazione con il Comando delle Operazioni Speciali, gli Usa avevano già raggiunto un importante traguardo grazie ai test di volo del sistema aereo senza pilota Altius 700, condotti a Fort Campbell. Tale evento ha rappresentato un passo significativo nel programma dei "Launched Effects" dell'Esercito.

Durante le prove, si apprende, fu utilizzato un elicottero Black Hawk come piattaforma di lancio, il che permise di ridurre le incertezze in vista dei futuri voli di prova dell'Altius 700. Questo sistema, progettato per soddisfare specifiche esigenze riguardanti dimensioni, peso e potenza, era stato delineato nel documento di sviluppo delle capacità redatto nel maggio 2020.

Le informazioni raccolte sugli armamenti hanno fornito alle forze di terra statunitensi una capacità fondamentale, migliorando la cooperazione tra i sistemi con e senza pilota per rilevare e identificare minacce in ambienti competitivi. Da allora, queste armi innovative sono state considerate essenziali per le operazioni di combattimento su larga scala, in quanto offrono ai comandanti strumenti efficaci per un “targeting tempestivo”.

Collaborazioni strategiche e sviluppo futuro

L'Esercito degli Stati Uniti sta attuando un significativo riorientamento delle proprie risorse, decidendo di annullare il programma dedicato agli aerei da ricognizione con pilota. Questa scelta strategica permette di sbloccare fondi che verranno reinvestiti nello sviluppo dei "Launched Effects" (LE). Nel 2020, la forza statunitense ha selezionato dieci aziende per fornire tecnologie a medio raggio per i LE, e tra queste, cinque sono state scelte per contribuire alla creazione di un prototipo.

Le alleanze strategiche si sono rivelate fondamentali per il futuro di questi dispositivi. Infatti, sono state instaurate diverse partnership che arricchiscono il progetto. Da quanto si apprende, Collins Aerospace, parte di Raytheon Technologies, si occupa delle apparecchiature di missione, mentre Aurora Flight Sciences si dedica all'integrazione delle varie componenti. Anche Technology Service Corp. e Northrop Grumman Information Systems sono attivamente coinvolte, fornendo carichi modulari che miglioreranno le funzionalità dei Launched Effects. Inoltre, l'Esercito sta lavorando a un sistema LE a medio raggio in sinergia con l'Ufficio Esecutivo Programmatico Missili e Spazio, per rispondere alle crescenti necessità di munizioni di precisione a lungo raggio da lanciare tramite elicotteri. I prototipi destinati a operazioni a breve raggio sono previsti per il 2025, mentre per i LE a lungo raggio è attesa una richiesta di proposte nel terzo trimestre del 2026, anticipando così i programmi originariamente stabiliti.

Un ulteriore aspetto interessante è che l'Esercito sta esplorando l'uso dei Launched Effects su piattaforme innovative, come palloni e velivoli solari a lungo

raggio capaci di operare nella stratosfera. Questa iniziativa ha il potenziale di potenziare ulteriormente le capacità operative dell'Esercito, aprendo nuove opportunità per strategie avanzate di sorveglianza e intervento.

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