
Il Medio Oriente o l'Indo-Pacifico? Mobilitare ingenti risorse militari nella prima area potrebbe costringere gli Stati Uniti a fare i conti con una carenza di armi e munizioni da impiegare, in caso di necessità, nel caldissimo quadrante asiatico. I comandanti statunitensi incaricati di pianificare un piano strategico in vista di un eventuale conflitto con la Cina, sarebbero non a caso preoccupati per il fatto che il Pentagono potrebbe presto spostare le armi di precisione a lungo raggio dagli arsenali dislocati nell'Asia-Pacifico a quelli in Medio Oriente. Il motivo è presto detto: gli Usa stanno usando un'ingente quantità di munizioni nella loro campagna di bombardamenti in Yemen ordinata da Donald Trump e hanno bisogno di scorte sufficienti per poter proseguire le operazioni.
Medio Oriente o Cina? Le armi Usa non bastano
La notizia è stata riportata dal New York Times, secondo il quale la prontezza degli Stati Uniti nel Pacifico sarebbe stata parzialmente compromessa dall'invio di navi da guerra e aerei da parte del Pentagono in Medio Oriente, dopo l'inizio della guerra tra Israele e Gaza nell'ottobre 2023 e dopo che le milizie Houthi nello Yemen hanno iniziato ad attaccare le imbarcazioni nel Mar Rosso per supportare i palestinesi. Le navi e gli aerei da guerra delle forze Usa, così come i militari che lavorano sui mezzi mobilitati nella regione, vengono spinti a quello che l'esercito definisce un ritmo operativo elevato. Persino la manutenzione di base delle attrezzature diventa un problema in condizioni così complesse.
L'ammiraglio Samuel Paparo, a capo del Comando indo-pacifico del Pentagono da maggio, verrà quasi certamente interrogato sulle questioni relative alla prontezza dell'esercito statunitense in Asia. Diversi collaboratori di Trump, tra cui il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ed Elbridge Colby, Sottosegretario alla Difesa per la politica, hanno fatto sapere che gli Stati Uniti dovrebbero dare priorità al rafforzamento delle proprie forze nella regione Asia-Pacifico per scoraggiare la Cina (che dal canto suo sta rapidamente rafforzando il proprio esercito e il proprio arsenale nucleare). Questi e altri funzionari sostengono che il sostegno militare Usa all'Ucraina per difendersi dalla Russia, e decenni di campagne militari in Medio Oriente e Afghanistan, abbiano sottratto importanti risorse all'Asia.
Un equilibrio difficile
Detto altrimenti l'esercito statunitense avrebbe riscontrato non poche difficoltà a bilanciare le risorse mentre erano in corso i bombardamenti contro gli Houthi in Yemen. Il New York Times ha riportato la scorsa settimana che i blitz contro i ribelli yemeniti, durati un mese, sono stati molto più estesi di quanto il Pentagono avesse reso pubblico. Sarebbero state consumati circa 200 milioni di dollari in munizioni solo nelle prime tre settimane delle operazioni. I costi sono molto più elevati – ben oltre 1 miliardo di dollari a questo punto – se si considerano le spese operative e di personale. Ricordiamo che il Pentagono ha schierato in Medio Oriente due portaerei, ulteriori bombardieri stealth B-2 e jet da combattimento, nonché sistemi di difesa aerea Patriot e THAAD. I bombardieri B-2 effettuano lunghe missioni dalla piccola isola di Diego Garcia nell'Oceano Indiano, dove hanno una base le forze armate americane e britanniche.
E il quadrante asiatico? Un alto funzionario della difesa, ha riferito sempre il NYT, ha detto ai collaboratori del Congresso che il Pentagono ora "rischia reali problemi operativi" nel caso in cui dovesse scoppiare un conflitto in Asia. In risposta alle domande sulla possibilità che i piani di guerra degli Stati Uniti nel Pacifico possano risentire della mancanza di munizioni disponibili, un portavoce dell'ammiraglio Paparo sembra minimizzare le preoccupazioni.
"L'esercito statunitense offre opzioni di deterrenza flessibili per proteggere gli interessi nazionali degli Stati Uniti in tutti i comandi combattenti", ha affermato il portavoce, il comandante Matthew Comer, "mantenendo sempre una forza pronta, capace e letale nell'Indo-Pacifico per garantire la difesa nazionale e rispondere a qualsiasi evenienza".
Per quanto riguarda il continente asiatico, le armi di Washington si trovano in depositi situati nelle basi militari a Guam, a Okinawa, in Giappone, e nel Pacifico occidentale. Il Pentagono non ha ancora dovuto attingere a questi siti per combattere gli Houthi. Ma di questo potrebbe doverlo fare presto...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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