L'Ue studia l'Iron Dome europeo: ecco perché l'Italia non lo vuole

In Europa c'è chi chiede a gran voce l'adozione di un sistema di difesa aerea per proteggere i cieli del continente. Dubbi di Italia e Francia. Ecco come funzionerebbe l'ipotetico Iron Dome di Bruxelles

L'Ue studia l'Iron Dome europeo: ecco perché l'Italia non lo vuole
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Un sistema di difesa aerea per blindare i cieli dell'Europa da ogni possibile minaccia nemica: dagli aerei ai missili, senza dimenticare i droni. Un qualcosa, per intenderci, che funzioni come l'Iron Dome israeliano, lo scudo che ha recentemente consentito a Tel Aviv di respingere l'attacco dell'Iran e che, in passato, ha più volte consentito allo Stato ebraico di neutralizzare i raid di Hamas. La proposta è arrivata, in tandem, da Kyriakos Mitsotakis e Donald Tusk, premier di Grecia e Polonia, i quali vorrebbero un Iron Dome europeo finanziato da Bruxelles. Come potrebbe funzionare un'arma del genere? Tutti i Paesi membri dell'Ue sono concordi nel piano?

L'ipotesi di un Iron Dome europeo

Il cuore della proposta lanciata da Grecia e Polonia è scritta, nero su bianco, in una lettera inviata da Mitsotakis e Tusk a Ursula von der Leyen, capo dell'esecutivo dell'Ue: "L’Europa sarà davvero al sicuro solo se i suoi cieli saranno al sicuro". Da tempo, in realtà, Tusk auspica l'attuazione di un ombrello di difesa, sintetizzabile nell'European Sky Shield Initiative (ESSI) e, nei fatti, paragonabile ad un Iron Dome israeliano all'ennesima potenza. Da finanziare, va da sé, con il denaro dei 27 membri dell'Unione. Il costo dell'investimento non è ancora stato quantificato ma, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe essere coperto con fondi europei.

Non tutti i Paesi si trovano però sulla stessa lunghezza d'onda. Al momento tutto, o quasi, si regge sulla citata ESSI, tenuta in piedi da una coalizione di Stati volenterosi: 22 per la precisione, compresi Regno Unito, Svizzera e, appunto, Polonia. L'obiettivo dell'iniziativa, guidata dalla Germania? Acquistare mediante appalti congiunti sistemi di difesa area di vario tipo. Come ha sottolineato il quotidiano Il Messaggero, Italia e Francia sono però fin qui apparse defilate nel progetto, in primis perché non fanno formalmente parte dell'ESSI. E poi perché Roma e Parigi possono contare sulle loro batterie terra-aria Samp-T, mentre Berlino sviluppa i Patriot e acquista per i propri arsenali sistemi made in Usa, come l'Arrow 3.

Come funzionerebbe lo scudo dell'Ue

Al netto delle differenti vedute dei singoli Paesi, come funzionerebbe un Iron Dome europeo? Allo stesso modo di quello israeliano. Stiamo parlando di un un sistema realizzato appositamente per neutralizzare la minaccia rappresentata dalle armi a corto raggio. Nel caso del richiamato Iron Dome, siamo di fronte ad un dispositivo militare, fisso o mobile, in grado di tracciare i razzi nemici mediante l'uso di un radar e capace di distinguere quelli che potrebbero colpire aree edificate o sensibili. Scendendo nei dettagli, i missili intercettori del sistema vengono sparati contro i razzi che potrebbero colpire zone abitate o popolate.

In Israele ci sono più batterie dislocate in gran parte del territorio. Ogni batteria è costituita da tre o quattro lanciatori in grado di sparare una ventina di missili intercettori.

Per quanto riguarda il contesto europeo, nelle intenzioni di Bruxelles potrebbe esserci la volontà di dispiegare simili scudi nelle aree più calde del continente. Soprattutto, è lecito supporre, lungo il fianco orientale dell'Europa. Là dove l'ombra della Russia crea sempre più apprensione.

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