Le navi da guerra giapponesi potrebbero essere scelte dall’Australia per rafforzare la propria Marina in chiave anti cinese. I funzionari di Tokyo hanno appena fatto la loro prima campagna pubblica per cercare di convincere Canberra a puntare sulle loro fregate Mogami, definendo i mezzi come più veloci, più furtivi e più adatti a operare a fianco degli Stati Uniti rispetto a una nave da guerra rivale offerta dalla Germania. In lizza troviamo i prodotti militari della giapponese Mitsubishi Heavy Industries (MHI) e il costruttore navale tedesco ThyssenKrupp Marine Systems (TKMS). Entrambi hanno battuto le aziende della Corea del Sud e della Spagna e auspicano di essere selezionate per gestire il programma australiano relativo all’implementazione di General Purpose Frigate (GPF) e dal 10 miliardi di dollari.
Navi da guerra giapponesi per l’Australia?
Secondo quanto riportato da Abc, l’Australia starebbe valutando se acquistare una versione aggiornata e più grande del Mogami 30 FFM giapponese, che deve ancora entrare in servizio, o se selezionare una variante del più piccolo MEKO A-200 tedesco, che è già gestito dalla Marina egiziana. Ricordiamo che, nell'ambito del progetto SEA3000, la Royal Australian Navy vuole iniziare rapidamente ad acquisire navi da guerra costruite all'estero (dal 2029) per sostituire la flotta di classe ANZAC.
In attesa di un’eventuale fumata bianca da Canberra, i funzionari del Ministero della Difesa giapponese hanno assicurato all'Australia che la propria Marina sarebbe stata in grado di trasferire facilmente la tecnologia delle navi da guerra nipponiche nonostante la mancanza di esperienza nell'esportazione navale. I rappresentanti dell'Agenzia per l'acquisizione, la tecnologia e la logistica (ATLA) ritengono inoltre che il loro Mogami aggiornato da 4.800 tonnellate condivide molte delle caratteristiche di design del suo predecessore da 3.900 tonnellate e che può viaggiare a una velocità di 30 nodi, più veloce del rivale tedesco MEKO.
Per la cronaca, il nuovo Mogami incorpora un sistema di lancio verticale Mk41 a 32 celle per armi prodotte negli Stati Uniti ed è dotato di sensori e radar più moderni rispetto al MEKO. È proprio per questo che il Giappone ritiene che il proprio mezzo sarà più interoperabile sia con le Marina statunitensi che con quella australiana.
Il programma di Canberra
"Credo che sia vantaggioso per tutti noi se Paesi che la pensano allo stesso modo possono lavorare insieme perché quei Paesi condividono gli stessi valori comuni", ha dichiarato il funzionario dell'ATLA Koji Nishimura. "MHI è servito come un cantiere navale di prim'ordine, quindi ha già un track record di costruzione di navi da combattimento - e in quel progetto, MHI ha servito come integratore di sistemi e ha accumulato la tecnologia e la tecnologia è stata condivisa con la controparte statunitense", ha proseguito Noshimura, direttore della divisione di gestione dei progetti per le navi navali di ATLA.
Durante i colloqui trilaterali a Darwin, il mese scorso, il ministro della Difesa giapponese Nakatani ha salutato quella che ha descritto come la "quasi alleanza" di Tokyo con l'Australia, mentre il suo ospite, Richard Marles, ha elogiato il Mogami come una piattaforma "impressionante" e "molto capace".
Nonostante il Giappone non abbia mai esportato navi da guerra a un cliente straniero, il funzionario ATLA Satoshi Ishihara ritiene che la proposta del suo Paese possa avere successo perché è fortemente sostenuta dal governo e MHI è in grado di costruire 12 navi alla volta in tre cantieri navali separati.
L’Australia fa parte dell’Aukus un patto stipulato con Regno Unito e Stati Uniti, che ha come obiettivo principale quello di migliorare la cooperazione in materia di sicurezza e difesa
nella regione indo-pacifica. L’accordo dovrebbe includere anche sottomarini a propulsione nucleare per Canberra. Sempre più in prima linea per riamarsi e contenere, al fianco degli Usa, le minacce regionali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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