Lo scorso 26 dicembre la Repubblica Popolare Cinese (Rpc) ha mostrato al mondo le immagini di due nuovi velivoli “senza coda”, che alcuni ritengono possano essere dei caccia di sesta generazione. In particolare, uno di essi – denominato successivamente J-36 – è risultato essere un caccia trimotore dalla pianta a delta con due piloti affiancati che potrebbe essere un caccia pesante o un ibrido caccia/bombardiere. Il secondo, di cui non sono apparse ancora fotografie in buona risoluzione, sembra invece essere un drone bimotore.
Non è chiaro se effettivamente siamo davanti a soluzioni aeronautiche di sesta generazione, in quanto non conosciamo le dotazioni avioniche, e molto più probabilmente per il design adottato potremmo parlare più propriamente di quinta generazione spinta (o 5++), ma la Rpc non sta smettendo di continuare le sue sperimentazioni verso soluzioni tecnologiche sempre più avanzate: recentemente, infatti, sono apparse fotografie satellitari di un nuovo velivolo “senza coda” parcheggiato nell'aeroporto della Shenyang, nota fabbrica aeronautica cinese.
Le riprese satellitari, provenienti da Planet Labs, risalgono al primo gennaio e mostrano un velivolo lungo circa 15 metri con un'apertura alare leggermente più ampia, su una piccola rampa appena fuori dalla pista di rullaggio principale all'estremità settentrionale dell'aeroporto. Da quello che si può osservare anche questo velivolo ha una pianta a delta modificata a forma di diamante con un'ampia fusoliera centrale, che sembra presentare due gondole motore montate in alto, e anch'esso, come i due velivoli mostrati a dicembre, non presenta piani di coda verticali (o derive). Il muso appare sottile e appuntito e gli scarichi dei motori sembrano avere un bordo a cuneo, svelando quindi un disegno prettamente stealth. Risulta interessante notare che il velivolo ha una colorazione gialla o marrone chiaro ovvero la stessa colorazione che la Rpc utilizza per i prototipi di aerei militari. Le immagini sono in bassa risoluzione e pertanto non forniscono dettagli sufficienti per offrire ulteriori approfondimenti, ma a una prima analisi il velivolo appare avere abitacolo quindi potrebbe trattarsi di un ulteriore concept per un caccia tattico con equipaggio di nuova generazione, ma della classe “media” rispetto al J-36 che abbiamo osservato a dicembre.
Resta comunque l'ipotesi che possa essere un veicolo aereo da combattimento senza equipaggio (Ucav), o comunque un semplice modello di uno o dell'altro. Non è nemmeno da escludere che si tratti solamente di un simulacro costruito esplicitamente per ingannare l'intelligence al pari di altri casi simili avuti in passato: negli ultimi anni abbiamo infatti osservato diversi aerei “senza coda” negli aeroporti cinesi, e raramente invece abbiamo visto gli stessi presentati a saloni internazionali o in volo.
In ogni caso occorre riflettere su quello che c'è di concreto, ovvero sui caccia che abbiamo visto lo scorso dicembre. In particolare a destare interesse è stato il J-36 sia per la sua grandezza sia per le soluzioni adottate (tre motori, due posti affiancati). Queste scelte sono indicative sia della volontà cinese di dotarsi di un velivolo a lungo raggio stealth capace di portare l'offesa al di là della Prima Catena di Isole, sia della difficoltà dell'industria aeronautica cinese di sviluppare motori di nuova generazione ad alte prestazioni: se così non fosse avrebbero optato per due motori, considerato peso, ingombro e consumi di un terzo posizionato nella cellula.
Questo caccia ha mostrato di avere baie di armamento piuttosto ampie, in particolare quella centrale, e pertanto potrebbe essere perfino in grado di trasportare uno o più missili balistici aviolanciati o un elevato numero di missili da crociera. Pertanto potrebbe significare che il suo profilo di missione potrebbe essere quello di penetrare inosservato l'ombrello radar avversario per colpire le basi statunitensi avanzate (come Guam) oppure i Carrier Strike Group della U.S. Navy con missili da crociera antinave.
Ovviamente si tratta di deduzioni fatte in base alle fotografie in alta risoluzione diffuse dalla Repubblica Popolare circa una settimana dopo i video del volo, ma quanto osservato a dicembre insieme a quanto ripreso dal satellite a inizio gennaio dimostrano la
vivacità dell'industria aeronautica cinese impegnata nel fornire alla Plaaf (People's Liberation Air Force) tutti gli strumenti per cercare di sfidare il potere aeronautico statunitense nel Pacifico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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