Praga - Un accordo storico che avvicina ulteriormente gli Stati Uniti alla Russia. Il presidente americano, Barack Obama, e il suo omologo russo, Dmitri Medvedev, hanno firmato nella Sala Spagnola del Castello di Praga il nuovo trattato sulla riduzione delle armi strategiche di teatro. L'accordo andrà a sostituire il vecchio Start firmato nel 1991 dall’ultimo leader sovietico Mikhail Gorbaciov e dall’ex presidente americano George Bush. "E' la pietra miliare della sicurezza nucleare", ha subito dichiarato Obama.
Un accordo storico Il trattato sulla
limitazione delle armi strategiche offensive, firmato oggi a
Praga, da Medvedev e Obama, sarà in vigore
fino a quando il rafforzamento delle capacità di difesa
missilistica degli Stati Uniti non creerà una potenziale minaccia
di forze nucleari strategiche della Russia. Lo si legge in una
dichiarazione unilaterale della Russia, adottato
contemporaneamente alla firma del trattato Start.
Il trattato tra la Russia e gli Stati Uniti "sulle misure per
un’ulteriore riduzione e la limitazione delle armi strategiche
offensive, firmato a Praga l’8 aprile 2010 sarà effettivo nel
caso in cui non si presenti la possibilità di sviluppo
qualitativo e quantitativo di sistemi di difesa missilistica
degli Stati Uniti".
Berlusconi: "Ho spinto io Obama al riavvicinamento" "Sono davvero orgoglioso di questo risultato, perchè sono stato io a
spingere Obama al riavvicinamento". Così Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con il comizio
elettorale del Pdl a Termoli, ha commentato il protocollo sulla riduzione delle testate nucleari siglato
tra America e Federazione russa. Il Presidente del Consiglio ha parlato alcuni minuti nel corso del
comizio di chiusura di Antonio Di Brino, candidato sindaco del centrodestra.
Fermata la deriva bilaterale La firma del Nuovo Start è la prova di come insieme "al presidente Medvedev siamo riusciuti a fermare deriva nelle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Russia". Secondo Obama, la politica del "reset" con Mosca avviata dalla sua amministrazione è riuscita a far superare le tensioni e gli squilibri ereditati dall’amministrazione Bush. Perché, ha sottolineato Obama, "quando Russia e Stati Uniti non sono in grado di lavorare insieme sui grandi temi non è un bene per noi, e non è un bene a livello globale". La firma del trattato quindi viene definita così "una pietra miliare per la sicurezza nucleare e la non proliferazione e per le nostre relazioni bilaterali". Obama ha inoltre sottolineato come lo "storico" trattato costituisca un primo passo di un cammino assai più lungo con l’obbiettivo di effettuare ulteriori tagli negli arsenali nucleari: Washington e Mosca hanno raggiunto un accordo per allargare le discussioni ai sistemi di difesa missilistica e alla valutazione dei missili balistici. Il presidente ha poi affermato di volere una ratifica del Trattato da parte del Senato entro la fine dell’anno.
La difesa missilistica Secondo Obama lo scudo di difesa missilistico statunitense non ha lo scopo di mutare "l’equilibrio strategico" con la Russia, quanto di controbattere la potenziale minaccia rappresentata da altri Paesi, ed ha auspicato un "dialogo serio" con Mosca sulla questione. Il presidente americano ha definito infatti la proliferazione delle armi nucleari in altri Paesi come un rischio inaccettabile per la sicurezza globale, in grado di innescare una corsa agli armamenti dal Medio Oriente all’Asia orientale, alludendo in particolare ad Iran e Corea del Nord. Gli Stati Uniti, ha concluso Obama, non tollereranno alcuna iniziativa iraniana che porti ad un riarmo in Medio Oriente o mini la credibilità della comunità internazionale.
La questione iraniana Il Consiglio di sicurezza dell’ONU potrebbe ancora considerare la questione iraniana, "poiché Teheran non risponde a una serie di proposte presentate per un compromesso costruttivo". Secondo Medvedev, non si può "chiudere gli occhi davanti alla questione. Quindi non escludo che il Consiglio di Sicurezza (Onu) sarà costretto a riesaminarla". Parlando di possibili sanzioni contro l’Iran, Medvedev ha spiegato che "le sanzioni non sempre portano al risultato desiderato". Secondo il presidente russo "le sanzioni dovrebbero essere intelligenti, precise, e non dovrebbero portare a una catastrofe umanitaria. Inoltre, agiremo e metodi politico-diplomatici".
Ahmadinejad: "Parla la lingua delle bombe" "Obama parla con il linguaggio delle bome e delle pallottole". È l’ultimo attacco di Mahmoud Ahmadinejad al presidente americano: "Gli Stati Uniti hanno ucciso più di 300mila persone in Afghanistan e in Iraq, azioni contrarie all’insegnamento di Dio". "Proveremo a trasformare in un’opportunità le sanzioni"» che la comunità internazionale vuole imporre all’Iran a causa del suo controverso programma nucleare.
Ahmadinejad ha dichiarato che la Repubblica Islamica non cambierà le sue posizioni sul nucleare per evitare l’inasprimento delle sanzioni. "Non siamo favorevoli all’idea delle sanzioni, ma certo non imploreremo mai chi ci minaccia di revocarle".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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