Due ex nazisti sotto processo: «Non tradirò nessun commilitone»

Intercettati due ex caporali della divisione Herman Goering, a processo per la strage nazista di Monchio, Costrignano e Susano compiuta il 18 marzo 1944, con 140 morti accertati nel Modenese

«Anche da noi non tutto girava in maniera pulita. Ma io non tradirò certo nessun commilitone». «Noi due lo sappiamo cosa succedeva». «Non abbiamo assolutamente nulla, assolutamente nulla di cui essere responsabili o altro, noi dovevamo eseguire gli ordini». Sono alcune delle frasi che si sono scambiati per telefono nel 2006, mentre erano sotto intercettazione, Horst Gunther Gabriel e Alfred Luhmann, oggi 85enni, durante la seconda guerra mondiale caporali della divisione Herman Goering e da una settimana imputati al processo per la strage nazista di Monchio, Costrignano e Susano compiuta il 18 marzo 1944, con 140 morti accertati nel Modenese; molte vittime erano donne e bambini. Nel processo in corso al Tribunale militare di Verona all' ultima udienza è stata infatti accolta la richiesta dei pubblici ministeri Luca Sergio e Bruno Bruni di estendere l'imputazione per il reato di concorso in omicidio plurimo pluriaggravato e continuato, anche proprio sulla base di intercettazioni fatte in Germania, ai due caporali. Ora sono nove gli imputati. Tra le prove anche il diario di Luhmann. Nel memoriale si parla di «operazione contro bande» sull'appennino e di un maresciallo e un sottotenente caduti: «Imboscata - c'è scritto - Vendetta sanguinosa». La «vendetta sanguinosa» sarebbero le stragi di civili. Quando, sempre per telefono, Luhmann ha comunicato a Gabriel che l'autorità giudiziaria aveva portato via i suoi diari la risposta è stata: «Sei impazzito, glieli hai mostrati?». «Beh, avevano un mandato di perquisizione domiciliare». «Sei impazzito?». Ad un certo punto Gabriel, in un'altra telefonata, parla di «quello che ha sparato alle donne alla testa», poi aggiunge: «sono accadute parecchie cose, lo so, ma perchè ne dobbiamo parlare». «Non lo so nemmeno io Horst - risponde Luhmann - non lo so. Allora eravamo sulla montagna, non è vero, e abbiamo pernottato nel bosco e rastrellato il bosco, questo l'ho annotato tutto nel diario». Questa un'altra telefonata intercettata: Luhmann: «Beh, eravamo lì sì con le Volkswagen. Mi ricordo erano due fatti. Uno sul passo della Futa e uno anche a Stia, come noi». Gabriel: «Al passo della Futa, sì mi ricordo bene. Beh smetti, non mi voglio più ricordare nulla dopo la guerra e l'ho rimosso e rimuoverò ancora di più, sono passati 62 anni, ne ho la tasche piene». Ed è molto forte l'omertà: Gabriel al telefono racconta che gli hanno mostrato una foto del tenente Bach: «Io ho detto: non lo conosco questo uomo, mi dispiace veramente. Dunque ho fatto il tonto. Non ho detto nessun nome». Gabriel a Luhmann racconta come è andato il primo interrogatorio: «i tipi erano intorno ai 35-36, commissari di Polizia giudiziaria. Mi hanno anche dato aiuto: 'se si autoaccusa, non deve dire niente o dica nò. Si sono espressi all'incirca così».

Gli altri sette imputati sono: Erich Koeppe, 91 anni, tenente dello Stato maggiore del III reparto della Goehring; Hans Georg Karl Winkler, 88 anni, sottotenente, comandante della quarta compagnia; Fritz Olberg, 89 anni, sottotenente, comandante di plotone della terza compagnia; Wilhelm Karl Stark, 89 anni, sergente, comandante di squadra della terza compagnia; Ferdinand Osterhaus, 93 anni, sottotenente, comandante di plotone della quinta compagnia; Helmut Odenwald, 90 anni, capitano, comandante della decima batteria artiglieria contraerea; Gunther Heinroth, 85 anni, soldato della terza compagnia.

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