«Due partite» al femminile

Otto donne e un regista. Enzo Monteleone torna con una storia tutta al femminile. Venerdì esce infatti Due partite, dalla pièce teatrale di Cristina Comencini. Riecco Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi e Valeria Milillo, con la differenza che sullo schermo madri e figlie non hanno più le stesse facce. Otto donne, otto attrici, appunto. Cioè il quartetto originario più Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Claudia Pandolfi e Alba Rohrwacher (variazione curiosa: la Milillo da madre diventa figlia della Cortellesi). Perché proprio Monteleone? Un consiglio dell’autrice, subito raccolto dall’interessato. «M’è subito piaciuta l’idea di misurarmi col testo teatrale, rispettandone la ricchezza, ma lavorando sullo stile, la fotografie, gli ambienti, i costumi». Due partite è una riflessione, a tratti ulcerata, pure spassosa, sull’essere donna e madre. Tra fitte e contrazioni, isterismi e frustrazioni, la fisiologia femminile svolge un ruolo chiave in questo doppio poker di donne, con citazione da Natalia Ginzburg, dove si teorizza la natura primitiva, quasi bestiale, della maternità. Il titolo corrisponde alla struttura speculare, con lo stesso tinello, prima tirato a lucido (anni Sessanta), poi un po’ in disarmo (anni Novanta). Al suono di Se telefonando, quattro madri di estrazione borghese si ritrovano ogni giovedì per giocare svogliatamente a carte e misurarsi con le crepe dei rispettivi matrimoni, tra corna e risentimenti. Casalinghe già disperate, murate vive in una condizione - nessuna lavora - che le preserva e divora allo stesso tempo. Tre decenni dopo le figlie, ben inserite nel mondo delle professioni, si ritrovano per un funerale. Squillano i cellulari, muta il lessico (familiare), ma in fondo gli argomenti sono gli stessi, sia pure in una chiave rovesciata.

Ora tutte desiderano un figlio... «Non se ne esce», sbuffa la Buy in scena. Locuzione un po’ desueta, che però sembra riassumere la domanda di fondo posta dal film: sono più felici e realizzate le donne di oggi o quelle di ieri? Vai a saperlo.

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