E per la prima volta il lago si colora di rosso

Dopo vent’anni Como si tinge di rosso e regala la vittoria al centrosinistra di Mario Lucini(nella foto), come aveva già predetto il primo turno. Lucini sostenuto da Pd, Sel, Idv e liste civiche, conquista il 74,86% ovvero 21.562 voti contro Laura Bordoli, vincente alle primarie del Pdl che si ferma a 7.238 preferenze, il 25,13%. Nessuna sorpresa dunque in questo secondo giro, anche se per il capoluogo lariano si tratta di una svolta storica: da quando è in vigore l’elezione diretta del sindaco, aveva sempre vinto il candidato del centrodestra, cinque anni fa addirittura al primo turno. E se due settimane fa Lucini aveva conquistato il 35,54%, Laura Bordoli si era attestata al 13,17%. In corsa anche Sergio Gaddi, ex assessore alla Cultura sconfitto alle primarie del Pdl che si è presentato ugualmente con la lista civica Forza Cambia Como ottenendo l’8,30%. Male era andata alla Lega di Alberto Mascetti non era riuscita a ottenere nemmeno il 7%. La sorpresa del primo turno? La lista civica di Alessandro Rapinese, forte del 9,83% di preferenze.
Il pesante calo dell’affluenza - dal 60,30% al 42,73% - e le divisioni interne al Pdl non hanno certo aiutato Laura Bordoli che ha perso quasi 20mila voti. «Pago le difficoltà che si vedono anche a livello nazionale. A Como la situazione era piuttosto complessa e l’amministrazione aveva lasciato problemi irrisolti - il commento a caldo -. La disaffezione al voto di solito pesa di più sull’elettorato di centrodestra». Nel 2007 Stefano Bruni aveva conquistato al primo turno il 56,19%. Ma Laura Bordoli è stata punita dagli elettori del PdL che hanno voluto mandare un segnale forte contro la spaccatura all’interno del partito.

Così non ha incassato i voti dell’ex assessore Gaddi, artefice delle grandi mostre di Villa Olmo: se gli ultimi sondaggi lo accreditavano di uno scarso 5%, il danno della scissione sul risultato del Pdl sono evidentemente andati molto al di là di questa cifra.

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