Città del Vaticano - Un articolo che farà discutere - e non poco - quello scritto dal presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, sull’Osservatore Romano. "Al fine di proseguire con le iniziative dedicate alla reciproca comprensione e all’amicizia tra cattolici ed ebrei - si legge - un gesto utile, necessario e certamente apprezzato sarebbe un’aperta dichiarazione di rinuncia da parte della Chiesa a qualsiasi manifestazione di intento rivolto alla conversione degli ebrei, accompagnata dall’eliminazione di questo auspicio dalla liturgia del venerdì che precede la Pasqua".
La Chiesa dica che non vuole convertirci "Sarebbe un segnale forte e significativo di accettazione di un rapporto impostato sulla pari dignità e sul reciproco rispetto - prosegue Gattegna - condizioni queste indispensabili per un futuro di amicizia e solidarietà, le stesse di cui tanti cattolici dettero prova quando, a rischio della propria vita, salvarono migliaia di ebrei dalla deportazione nei campi di sterminio".
Nuovi rapporti dopo il Concilio "È utile ricordare - sottolinea Gattegna - che un nuovo clima e nuovi costruttivi rapporti si sono instaurati tra ebrei e cattolici dopo il concilio Vaticano II: la promulgazione della dichiarazione Nostra aetate, l’allacciamento delle relazioni diplomatiche tra lo Stato di Israele e la Santa Sede, i viaggi di tre pontefici in Israele, le visite di due Papi alla Sinagoga di Roma e infine, proprio finalizzata alle ricerche storiche sul
periodo degli anni Trenta e Quaranta, la costituzione della commissione bilaterale composta di esperti incaricati di studiare la nuova documentazione, non ancora conosciuta, che sta emergendo dagli archivi vaticani".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.