Cooperazione e investimenti: le opportunità delle riforme di Pechino per il commercio Cina-Italia

Il partenariato strategico tra i due Paesi sarà potenziato e promosso dalla risoluzione adottata dalla plenaria del Comitato generale del Pcc, che punta all'apertura per velocizzare la modernizzazione cinese

Cooperazione e investimenti: le opportunità delle riforme di Pechino per il commercio Cina-Italia
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Il premier Giorgia Meloni si è recata in visita ufficiale in Cina, la prima da quando ha assunto l’incarico da primo ministro nel 2022 e nell’anno in cui ricorre il 20esimo anniversario del partenariato strategico globale tra i due Paesi. In questi ultimi due decenni, la cooperazione tra Pechino e Roma si è espansa a più livelli e in diversi campi, grazie ai costanti rapporti diplomatici, l’emissione di tre dichiarazioni congiunte e la firma di altrettanti piani d’azione.

La visita del premier italiano, che durerà fino al 31 luglio, è avvenuta subito dopo la conclusione della terza sessione plenaria del 20esimo Comitato centrale del Partito comunista cinese, durante la quale è stata adottata una risoluzione sull’ulteriore approfondimento delle riforme con l’obiettivo di far progredire la modernizzazione cinese, apportare cambiamenti in diversi settori e promuovere l’apertura della Repubblica popolare verso il resto del mondo. Le decisioni prese durante la plenaria creeranno nuovi spazi per la cooperazione tra Cina e Italia, in particolare per quanto riguarda gli investimenti e gli scambi bidirezionale. Le due nazioni sono economicamente complementari e, nel 2023, il nostro Paese era il quarto partner commerciale di Pechino in Europa, mentre la Repubblica popolare era il primo di Roma in Asia.

La risoluzione adottata durante la sessione del 20esimo Comitato del Pcc prevede l’ampliamento del catalogo dei settori incoraggiati per gli investimenti stranieri e l’eliminazione delle restrizioni di accesso al mercato del settore manifatturiero. Essendo l’Italia il secondo Paese europeo in quest’ambito, in particolare per quanto riguarda aerospazio, automazione, macchinari, prodotti farmaceutici, agricoli e alimentari, decorazioni della casa, abbigliamento, accessori, attrezzature per lo sport e costruzione navale, l’ulteriore apertura stabilita da Pechino rappresenterà un grande vantaggio le nostre imprese, che godranno di molte nuove opportunità. Altri settori in cui l’Italia è molto competitiva sono l’assistenza medica e agli anziani, l’istruzione e la cultura. Le aziende del settore potranno venire in Cina a cercare nuove opportunità di business. Questo contribuirà a mitigare uno dei temi caldi delle relazioni tra Pechino e Roma, ovvero quello dello squilibrio commerciale. In futuro, l’aumento degli investimenti italiani nella Repubblica popolare colmerà il divario, soprattutto tramite il canale del commercio di servizi.

Per quanto riguarda l’afflusso di capitali cinesi nel nostro Paese, Roma accoglie con favore quelli nel campo delle industrie legate alla transizione verde, come i veicoli e le batterie a nuova energia, nonostante l’inasprimento dei controlli negli ultimi anni.

Stando a quanto dichiarato dai media italiani, dall’inizio dell’anno il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha contattato diverse case automobilistiche cinesi come Dongfeng e Chery e anche il titolare del dicastero Adolfo Urso, durante la sua visita nella Repubblica popolare a inizio luglio, si è concentrato su una potenziale cooperazione nel settore dei veicoli elettrici.

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