
ArcelorMittal Italia ha avviato formalmente la procedura per restituire gli stabilimenti dell'ex Ilva. Questa mattina ha presentato al Ministero dello Sviluppo economico e, per conoscenza, anche ai commissari straordinari dello stabilimento, la richiesta di avvio della cessione di un ramo dell'azienda, che coinvolgerà 12 siti e oltre 10mila dipendenti.
Entro 30 giorni dalla data del recesso dal contratto da parte di ArcelorMittal, i commissari dovranno provvedere al trasferimento di 10.777 lavoratori in totale, di cui 8.277 a Taranto. I 12 siti produttivi coinvolti sono Taranto, Genova, Novi Ligure, Milano, Racconigi, Paderno Dugnano, Legnano, Marghera e altre tre societa.
Nella lettera di 8 pagine, con cui il gruppo franco-indiano, ha formalizzato la retrocessione dal contratto, si dà avvio alla procedura prevista dall'articolo 47 della legge 428/90. La lettera è datata 5 novembre, giorno in cui l'ad Morselli ha comunicato la scelta ai sindacati: la società, scriveva, comunica "alle organizzazioni sindacali, ai sensi e agli effetti dell'art. 47 della legge 492/90, la retrocessione alle società Ilva per effetto della comunicazione di cessazione". Il contratto per l'affitto e l'acquisto di alcuni rami dell'Ilva prevedeva, infatti, che "nel caso in cui un nuovo provvedimento legislativo incida sul piano ambientale dello stabilimento di Taranto in misura tale da rendere impossibile la sua gestione o l'attuazione del piano industriale, la Società ha il diritto contrattuale di recedere dallo stesso Contratto". Così, a seguito dell'eliminazione dello scudo legale a vantaggio di ArcelorMittal, la società ha deciso per la recessione.
E mentre il gruppo formalizza la fine del contratto, a palazzo Chigi ha preso il via l'incontro sull'ex Ilva. Presenti il premier Giuseppe Conte, il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli, il ministero dell'Economia Roberto Gualtieri, il ministro del Sud Peppe Provenzano, il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova, il sottosegretario alla presidenza Mario Turco e i vertici Mittal, Lakshmi Mittal e Aditya Mittal. "Faremo il possibile, perchè la controparte rispetti gli impegni contrattuali", ha affermato il Presidente del Consiglio, prima dell'incontro con la multinazionale siderurgica. Per saperlo, bisognerà aspettare il termine del vertice.
Intanto, la Fmi Cisl ha proclamato uno sciopero di 24 ore, a partire dalle 15 di oggi, 6 novembre: "Nella mattinata di oggi abbiamo appreso che è stata inoltrata da parte di Arcelor Mittal la procedura ai sensi dell'art.47 l. 428/1990 in continuità a quanto dichiarato dalla stessa Morselli nell'incontro avvenuto ieri pomeriggio con le organizzazioni sindacali7- si legge in una nota- Riteniamo grave tale atteggiamento, che la stessa multinazionale ha adottato, in quanto riconsegna gli impianti e i lavoratori all'amministrazione straordinaria, ancor prima di incontrare il governo.
Pertanto, di fronte a un atteggiamento che riteniamo assolutamente inaccettabile proclamiamo 24 ore di sciopero, a partire dalle 15 del 6 novembre 2019 per consentire la messa in sicurezza degli impianti, fino alle 15 del 7 novembre. Rimane inteso che la stessa mobilitazione è un primo segnale in merito a quanto accaduto non escludendo ulteriori iniziative".
Mer, 06/11/2019 - 18:05 ..sono abbastanza d' accordo sui sindcati..
i guai per TARANTO ARRIVANO DA LONTANO,DA MOLTO LONTANO
Mer, 06/11/2019 - 15:12 . lo so benissimo , come le accierie BONDI , e' un vecchio discorso che parte dall' unita' d' italia , come per le ferrovie di allora. costruire con i soldi dei contribenti , date in concessione a privati ,( tipo Benetton ) e quando non guadgnano piu' riprese dallo stato con risarcimenti migliardari...cosi le ferrovie , La tirrenia , L' arsenale di Taranto, e tutte le strutture dismesse dalla industria per delocalizzazone ma comperate dalla regione ( parlo del piemonte )
la democrazia è la forma peggiore di governo si può portare la governo anche il cavallo di caligola! e poi cè lo teniamo!
comunque scudo o no scudo chi si fida più dell'italia'
io non mi fido!
mi prendesse San Marino! sarei a posto!
Mer, 06/11/2019 - 16:53 : il problema sta nelle strutture dell' azienda che danno per nulla garanzie di salubrita' per i lavoratori . gli " inquillini come tu dici devono mettersi in "regola " per non cusare danni alla salude della gente che lavora, non lo vogliono fare e esigono uno scudo penale in caso di problemi... gia' la TYSSEN KRUPP non ha pagato in termini penali le sue responsabilita' per lucro , vogliamo rischiarne un caso identico?
Siamo un po dei credulloni.., oni, oni oni oni oni all'infinito.
Mer, 06/11/2019 - 17:32 guarda che quasi tutti i politici italiani hanno sguito gli ordini delle grandi imprese e multinazionali nelle loro scelte ,e chi non obbediva faceva la fine di Mattei , Lincon ,Kennedy ecc...la fiat nessuno l' ha svenduta , e' lei stessa artefice dei fallimenti di uno Stato . Nel nome del " libero mercato " e della libera concorrenza ha messo alle strette tutte le aziende automobilistiche italiane , facendole schiattare e comperarle con pochi spiccioli , non per il libero mercato , ma per essere libera dal MERCATO! Gli industriali e le multinazionali hanno nessuna affinita' con
i prblemi dei popoli , sono cose ch non le riguardano . Quindi e' piu' che giusto che la politica imponga le sue scelte, se poi le fanno male e' un altra cosa da discutere in separata sede.
Mer, 06/11/2019 - 17:58 : allora sulle sentenze sai benissimo come vanno in certi ambienti ... De" Meledetti" ne e' uscito con un "non luogo a procedere"Nella "PIAT" e' mai morto nessuno , vigili del fuoco sono interni , ma tutta la gente e' morta sempre e soltanto durante il trasporto... e questo la dice lunga sulle sentenze future..per il resto l' azienda deve essere gestita dallo STATO , essendo un bene primario dell' industria pesante , ma troppi esempi dimostrano che un privato che gestisce bene una cosa se diventa " statale " diventa un altro individuo.
Mer, 06/11/2019 - 19:52 : verissimo !!
Mer, 06/11/2019 - 18:05 ..sono abbastanza d' accordo sui sindcati..