Forse il vento comincia a cambiare sul titolo Tim. Dopo l'andamento sulle montagne russe osservato pressoché quotidianamente dal closing della cessione della rete al fondo americano Kkr, ieri il gruppo guidato dal ceo Pietro Labriola ha piazzato uno scatto del 3,9% a 0,236 euro per azione ed è stato il migliore in Piazza Affari. Una notizia positiva in effetti c'è, sebbene non tale da giustificare il balzo in Borsa. In breve, Nokia ha raggiunto un accordo con Tim Brasil per espandere la copertura della sua rete di accesso radio 5G in 15 Stati brasiliani a partire da gennaio 2025.
Ad annunciarlo è la stessa società finlandese spiegando in una nota che «questa partnership aumenterà il numero di comuni con accesso al 5G». Nell'ambito dell'accordo, si legge nella nota, Nokia fornirà una serie di apparecchiature del suo portafoglio 5G AirScale, tra cui banda base, radio Massive Mimo e prodotti Remote Radio Head. Tutti questi prodotti sono alimentati dalla sua tecnologia ReefShark System-on-Chip ad alta efficienza energetica e si combinano per fornire una copertura e una capacità superiori.
Tim, dal canto suo, utilizzerà il sistema intelligente di gestione delle reti MantaRay di Nokia, che incorpora funzionalità di intelligenza artificiale, per migliorare il monitoraggio e la gestione della rete. Insomma, può essere un altro volano per lo sviluppo di una controllata brasiliana di Tim che già ora è uno dei principali motori della crescita di ricavi e margini del gruppo. Tuttavia, l'accordo con Nokia non è la sola notizia positiva, né tantomeno la più importante, degli ultimi mesi: vanno infatti segnalate la cessione della quota di Inwit con incasso di 250 milioni, la promozione di tutte le principali agenzie di rating sul merito creditizio del gruppo e la vittoria in appello per la restituzione di 1 miliardo da parte dello Stato per il pagamento del canone concessorio nel 1998. È data per imminente, inoltre, la cessione di Sparkle con un incasso stimato intorno agli 800 milioni di euro. Eppure, nessuna di queste era riuscito a far rialzare un titolo che ad oggi è ancora schiacciato a un livello ampiamente al di sotto dei suoi attuali fondamentali.
Ieri, invece, è stato diverso, con un grafico di Borsa che per una volta non si è improvvisamente inabissato dopo una partenza sprint.
Troppo presto, logicamente, per poter trarre delle conclusioni su un trend che dovrà consolidarsi, ma del resto anche lo stesso Labriola, nell'intervista rilasciata recentemente a Il Giornale, aveva detto che ci sarebbe voluto del tempo prima che il mercato cominci ad apprezzare il nuovo status di Tim. E chissà se anche l'esercito dei venditori allo scoperto (e dei prestatori di titoli) abbia deciso di mollare la presa sul titolo, permettendogli di spiccare il volo.
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