Pensato come misura di supporto per le famiglie, anche l'assegno unico per i figli andrà incontro a delle modifiche per adattarsi alla difficile situazione economia attraversata dal nostro Paese. Con il continuo crescere dell'inflazione dal 1° gennaio del 2023 anche l'assegno per i figli sarà adattato al caro vita, come previsto dalla legge che lo ha introdotto.
Dal momento che attualmente l'inflazione ha raggiunto l'8%, si parla di passare dal massimo mensile di 175 euro a 190 euro per coloro che hanno un valore Isee pari a 15 mila euro. Non solo. A essere "aggiustato" non sarà soltanto l'importo del sussidio, ma anche le varie soglie Isee. Per fare un esempio, con questo livello di inflazione, un Isee pari a 15 mila euro sarà rivalutato intorno ai 16 mila euro.
Le modifiche, ovviamente, non riguarderanno solo la cifra massima raggiungibile con l'assegno unico, ma anche la minima, che è intorno ai 50 euro. Un assegno di 50 euro è previsto per chi ha un Isee superiore a 40 mila euro. In questo caso, tuttavia, la variazione è abbastanza irrisoria: da 50 euro si passerebbe con la rivalutazione a 54 euro. Rivalutato anche l'Isee, che da 40 mila sarà valutato a 43.200 euro.
Fino ad oggi, per la precisione da marzo a giugno 2022, hanno ricevuto l'assegno unico 5,2 milioni di famiglie (8,4 milioni di figli), per un totale di 4,8 miliardi di euro, con un importo medio di circa 232 euro. Per ciascun figlio, si parla di circa 145 euro.
Malgrado la situazione di difficoltà in cui si trova il Paese, lo stanziamento per l'assegno unico resta invariato per i prossimi anni. Per il prossimo anno, dunque, ci sarà un'indicizzazione dell'assegno all'inflazione, ma non solo. Secondo quanto rivelato al Corriere dal direttore generale dell’Inps Vincenzo Caridi, non sarà più richiesta la domanda di rinnovo alle famiglie.
L'assegno unico continuerà ad arrivare in automatico, basandosi sui dati
dei beneficiari memorizzati. In caso di variazioni (cambio di reddito, figlio in più, raggiungimento del 22esimo anno di età del figlio), dovranno essere le famiglie a informare l'Istituto nazionale di previdenza sociale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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