L'ira tedesca contro Draghi. Ma la Bce: "Berlino ci guadagna"

La Bundesbank: "È rischioso acquistare i titoli di Stato". Ma la Bce lo zittisce: "La Germania ci guadagnerà"

Angela Merkel e il presidente della Deutsche Bundesbank Jens Weidmann
Angela Merkel e il presidente della Deutsche Bundesbank Jens Weidmann

All'indomani dell'annuncio del quantitative easing, le distanze tra i sostenitori della mossa di Mario Draghi e i suoi detrattori non si colmano. I tedeschi, in particolare, manifestano di non aver digerito l’operazione. Peccato che la Germania avrà solo da guadagnerci: realizzerà, infatti, un quarto del monetary income complessivo.

La cancelliera Angela Merkel da Firenze, dove ha incontrato il premier Matteo Renzi, sottolinea che "la decisione della Bce non deve frenare il fervore per le riforme e questo vale per tutti e non solo per l’Italia". Al contrario, tutti i governi europei dovranno lavorare in modo ancora più determinato per sgombrare le barriere alla crescita. Ancora più diretto il ministro dell’Economia tedesco Wolfgang Schaeuble. "Mi sembra di capire - ha detto a Davos - che anche il presidente della Bce, Mario Draghi, non crede che la crescita dipenda dall’operazione" del quantitative easing. Pone l’accento sulla rischiosità del quantitative easing anche il presidente della Bundesbank Jens Weidmann: "Non è uno strumento come gli altri - dice - e porta con sè rischi, in particolare quello che non si facciano solide politiche fiscali". In realtà, come stabilisce il trattato della Bce, gli acquisti di bond lanciati con il quantitative easing della Bce produrranno "redditi da operazioni monetarie" che verranno girati alle banche centrali nazionali e potrebbero persino aiutare i bilanci pubblici. E la Germania non avrà che da guadagnarci: realizzerà, come spiega una fonte bancaria, un quarto del monetary income complessivo.

Sul fronte opposto gli italiani e i francesi. Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco assicura che il quantitative easing sarà "efficace per entità e durata". "C’è stata unanimità nel riconoscere questo strumento come utile e c’è stata una maggioranza molto ampia sul fatto di usarlo adesso - mette in chiaro - molti sono stati a favore, altri non hanno obiettato". Il programma, che inizierà a marzo, ha un avvio "sufficientemente veloce" ed è open ended cioè senza limiti di tempo. "Per cui - spiega Visco - se vedremo difficoltà nel raggiungimento del nostro target dovremo continuare". In pratica, il piano di acquisti potrà essere prolungato oltre il settembre 2016, per raggiungere il target di un’inflazione vicina al 2%. In questo caso, spiega il Governatore, "senza mai pre-impegnarci, valuteremo cosa fare. Il nostro obiettivo a medio termine è arrivare vicino al 2% e siamo molto lontani da questo target". Tuttavia per Visco la politica monetaria da sola non è sufficiente. "Da qui in avanti - ha detto - bisogna lavorare per essere sempre più uniti dal punto di vista fiscale e politico".

Sulla stessa lunghezza d’onda Renzi: "Le decisioni di ieri sono un passo in avanti importante, ma non decisivo: guai a pensare che per uscire dalla situazione di stagnazione, di deflazione, possa bastare una sola misura".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica