Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea si aspetta che i tassi resteranno "al livello attuale o a un livello più basso", almeno fino alla prima metà del 2020 e per "il tempo necessario a garantire una continuata e sostenuta convergenza dell'inflazione al suo obiettivo di medio termine". Che corrisponde alla soglia del 2%. L'istituto centrale si prepara, quindi, ad annunciare un rilevante pacchetto di stimoli alla prossima riunione, prevista per il 12 settembre. Il consiglio intende, inoltre, "continuare a reinvestire, per intero, i principali pagamenti derivanti dalla maturazione dei titoli" acquistati nell'ambito del programma "per un periodo prolungato" oltre la data in cui prenderà il via il rialzo dei tassi di interesse e "in ogni caso, per il tempo necessario a mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario".
Draghi: "Necessario significativo livello di stimoli monetari"
L'assemblea, poi, dato mandato ai comitati competentei di studiare le varie opzioni per rilanciare il Quantitative Easing, in accordo con quanto già annunciato a giugno dal governatore uscente Mario Draghi (al quale subentrerà Christine Lagarde, l'attuale direttore del Fondo Monetario Internazionale). Il numero uno della Bce, nel suo intervento ha subito voluto ribadire che sarà necessario "un significativo livello di stimoli monetari affinché le condizioni finanziarie rimangano molto favorevoli e sostengano l'espansione dell'area euro, continuino a far rialzare i prezzi e lo sviluppo dell'inflazione sottostante nel medio termine". La doppia notizia su tassi e Quantitative Easing è stata accolta positivamente dai mercati: a Milano, la Borsa ha registrato subito un +1,06%, lo spread è sceso a 179 punti sui bund tedeschi, il differenziale più basso dal maggio 2018 e, per la prima volta, inferiore a 180 punti dall'insediamento del governo giallo-verde.
Allarme protezionismo
Il fattore negativo, per Draghi, resta il protezionismo che sta rallentando la crescita: "I rischi e le prospettive di espansione nell'area dell'euro restano orientati al ribasso per via della prolungata presenza di incertezze connesse a fattori geopolitici, alla crescente minaccia del protezionismo e alle vulnerabilità". L'outlook, infatti, secondo il parere del presidente, sta peggiorando, in particolare nel settore manifatturiero e in quei Paesi dove la manifattura è più importante ma, secondo Draghi, a causa delle catene del valore, questo si propaga in tutta l'eurozona. "Le nostre ultime proiezioni suggerivano che avrebbe potuto esserci un rimbalzo nella seconda parte dell'anno", ha detto Draghi, "ora, gli ultimi segnali mostrano debolezza della crescita sia nel secondo sia nel terzo trimeste e, dunque questo rimbalzo, adesso, è meno probabile".
Le (ultime) raccomandazioni da presidente
Il capo dell'Eurotower ha rivolto agli stati ad alto debito (tra cui l'Italia) una raccomandazione: "Devono rinforzare i loro cuscinetti fiscali e tutti i Paesi dovrebbero aumentare i loro sforzi per raggiungere una composizione delle finanze pubbliche più orientata alla crescita". Tutto questo attraverso riforme strutturali.
Il discorso di oggi potrebbe essere il saluto di Draghi, che si complimenta con il suo successore: "Non ho ancora deciso cosa farò dopo, Christine Lagarde sarà un presidente eccezionale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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