Risultati record nel 2021 per le società partecipate italiane che, spinte dall'energia, hanno registrato un fatturato che sfiora i 280 miliardi. Ritornano i profitti e per il 2022 i numeri potrebbero essere anche migliori. A crescere però sono anche i debiti. È la fotografia scattata dal Centro studi Comar sulle 34 società industriali e di servizi controllate dallo Stato, attraverso il ministero dell'Economia e delle Finanze. In dettaglio, il fatturato dello scorso anno è salito di 86,9 miliardi di euro (+45,1) sull'anno precedente e gli utili sono ammontati a 11,4 miliardi, a fronte di perdite per 4,2 miliardi nel 2020. I debiti, invece, sono arrivati a 182,8 miliardi nel 2021, 18,6 miliardi in più (+11,3%) sul 2020. Nel 2021, a spingere i fatturati sono stati reti e infrastrutture con l'87,2% del totale (79,5% energia, 7,7% trasporti e telecomunicazioni); il 10,4% è ascrivibile alla meccanica; quote di poco superiori all'1% per editoria, spettacolo, sport e per l'ict. A guidare la classifica del migliore rapporto tra risultati e fatturato è stata Snam: la società guidata da Stefano Venier (in foto) ha totalizzato un +45,7%. Seguono Terna (+31,7%), Italgas (+28,6%), Infratel (+27,3%), Sport e Salute (+20,6%), Poste (+17,6%); le peggiori Itsart (-3.039,5%), Eur (-173,4%), Ita Airways (-164,3%), Open Fiber (-58,1%), Saipem (-35,8%).
Nell'anno in corso, dai conti delle 11 società quotate che rappresentano tra il 75 e l'80% del fatturato e degli utili delle partecipate che hanno comunicato i risultati dei primi nove mesi emerge un aumento dei ricavi del 73,7% sul 2021. Nell'aumento in testa Enav (+106%), Eni (+100%), Enel (+84%), Saipem (+46%).
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