Dopo una giornata allarmante, lentamente, sembrano recuperare. Perché l'inizio dell'anno, per le borse di mezzo mondo, in particolare per quelle asiatiche e per Wall Street, è iniziato con forti rallentamenti. Complice anche la crisi di Apple che, dopo la decisione di Tim Cook di rivedere al ribasso le sue previsioni sul fatturato per il primo trimestre fiscale, ha fatto tremare i mercati. Ma a spaventare le piazze, ieri, anche i timori di un rallentamento economico che hanno fatto precipitare i listini.
Il miglioramento
In queste ore, i mercati europei si rafforzano dopo l'avvio positivo. Milano sale, già a metà mattina, dell'1,92%, Londra aggiunge lo 0,7%, Francoforte l'1% e Parigi lo 0,9%. A migliorare la situazione, probabilmente, anche le notizie di un miglioramento nei rapporti commerciali tra gli Stati Uniti di Donald Trump e la Cina di Xi Jinping.
I mercati asiatici
Pechino, infatti, questa mattina, aveva già registrato un rialzo degli indici, con il recupero di oltre due punti percentuali di Shangai e Shenzhen che aggiunge il 2,6%. Tokyo, invece, che era rimasta chiusa nelle sedute precedenti, ha chiuso in calo del 2,26%, probabilmente perché ha accumulato le perdite globali delle ultime ore, arrivando un giorno dopo, e perché il rafforzamento dello yen si è fatto sentire nelle valutazioni azionarie. L'indice Pmi Caixin, sui servizi di dicembre, con l'inatteso balzo a 53,9 rasserena i mercati insieme alle indicazioni del premier cinese, Li Keqiang, sull'ulteriore riduzione delle riserve obbligatorie delle banche e sul taglio delle tasse a sostegno delle aziende piccole e private. Risale anche l'indice Pmi giapponese sul settore manifatturiero, con 52,6 punti a dicembre e sopra la soglia di 50, che delimita espansione da contrazione economica.
Le influenze della politica Usa
Anche in America, dove ieri Wall Street ha perso il 2,8% con il Dow Jones e il 3& con il Nasdaq, i future sulla Borsa sono in recupero. Nella notte la Camera ha approvato una doppia legge di spesa pensata per porre fine allo shutdown, la parziale paralisi del governo federale iniziata il 22 dicembre scorso. La norma, però, non ha i fondi che il presidente Trump esige per la costruzione del muro al confine con il Messico.
Milano è il migliore fra i principali listini europei
Intanto, il Ftse Mib è il migliore fra i principali listini europei. Gli acquisti fanno correre tutto il paniere principa, a eccezione di Amplifon e della Juventus, che ritracciano dopo i guadagni. Bene le banche, con i big di Unicredit e Intesa Sanpaolo in spolvero (+3,45 e +3,02), corre l'energia con Eni e Saipem (+2'7 e +4,3%). Ma anche oggi, la Borsa italiana presta attenzione a Carige, l'istituto bancario commissariato dalla Bce, e al soggetto che possa essere disposto ad aggregare il banco ligure. In calo lo spread tra Btp e Bund, che segna 267 punti dopo che ieri era salito a quota 270 punti. Il rendimento del decennale italiano è pari al 2'84%. Sul mercato valutario, non si registrano cambiamenti per le quotazioni dell'euro, che viene scambiato a 1,139 dollari (-0,01%). La moneta giapponese, invece, perde quota a 108,3 (-0,6%) sul dollaro. Sul piano macroeconomico, ha deluso, nell'Eurozona, il Pmi dei servizi, che scende ai minimi da quattro anni a 51,1 punti. Ma a fronte della contrazione di Francia e Germania, il dato italiano è stato in recupero a 50,5 punti.
Il valore delle materie prime
Il tonfo di inizio anno, legato a una forte incertezza economica e al timore di una recessione globale, anche il prezzo dell'oro ha lasciato una traccia importante, toccando i 1.300 dollari l'oncia. Il metallo con consegna immediata è salito dello 0,4% ed è tornato ai livelli di giugno 2018, grazie anche alla domanda, in aumento, per i beni rifugio. A segnalare i l panico nei mercati, anche il calo dei rendimenti dei Treasury Usa a 2,10 e 30 anni. In queste ore, anche al Fed è più cauta nel suo rialzo dei tassi.
Recupero del petrolio
Sta proseguendo, invece, il
recupero del prezzo del petrolio sui mercati, spinto anche dalle basse quotazioni del dollaro. Il greggio Wti avanza dell'1,7% a 47,6 dollari al barile contro i 45 di inizio anno. Avanza anche il Brent a 56,4 dollari (+0,9%).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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