"Se il governo vuole allargare la moratoria occorrono garanzie aggiuntive dello Stato". Parole chiare quelle del presidente dell’Associazione bancaria italiana Antonio Patuelli. In questi giorni l’esecutivo sta lavorando a una serie di misure per sostenere imprese e famiglie colpite dall'emergenza coronavirus. Tra questi provvedimenti, c’è la sospensione dei mutui.
Patuelli dice di non aver letto dichiarazioni dell’esecutivo su questo argomento ma si augura che un’eventuale crisi economica non venga scaricata sugli istituti di credito. Il concetto ribadito dal numero dell’uno dell’Abi è: se il governo vuole fare di più, “occorrono garanzie pubbliche”. Nei giorni scorsi l'Abi ha firmato un accordo con le associazioni di categoria che prevede la sospensione per i debiti delle piccole e medie imprese. Probabilmente le misure potrebbero essere estese anche alle famiglie e a questo proposito Patuelli ha precisato che l’Abi prenderà in considerazione tutti i testi dei provvedimenti.
Il presidente dell’Abi non sembra preoccupato da quel che succede sui mercati a causa del coronavirus. "Non c'è bisogno di essere preoccupati per apparire seri -afferma l’ex deputato -. Per aiutare le imprese in difficoltà e alleggerire le rate dei mutui ci siamo mossi prima che ce lo chiedessero". Patuelli vuole essere ottimista sull’evoluzione dell’epidemia. Spera che andando verso la primavera il virus attenui la sua forza e quindi il lavoro di medici e infermieri venga agevolato dal caldo.
In un’intervista a La Stampa, il numero uno dell’Abi sottolinea l’importanza di salvare le aziende e non appesantire i conti delle banche. Secondo Patuelli, occorre in particolare un’azione rapida e condivisa a livello europeo. L’ex sottosegretario di Stato spiega che è diminuita la circolazione delle persone, non quella del denaro o dei beni. “Siccome il rischio è sanitario, bisogna affrontare con fermezza la situazione - continua -. Più saranno incisive le misure di contenimento della malattia, prima si ricostruirà il clima di fiducia".
In questi giorni c'è stato un dibattito politico sull'ipotesi di chiudere la Borsa di Milano. Il presidente dell’Abi non è d’accordo. “Non ci sono più gli agenti di cambio che gridano in sala - prosegue -. Semmai sono per correggere e regolare meglio il funzionamento degli scambi azionari". Il dibattito ha riguardato in particolare la sospensione della vendita dei titoli allo scoperto avanazata dal centro destra.
Patuelli dice che si tratta di una "norma illogica e inammissibile. Non capisco perché sia reato vendere un appartamento che non si possiede, e invece sia possibile fare la stessa cosa con i titoli azionari".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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