I dati di Confesercenti sono impietosi anche per chi, dopo il primo lockdown, è riuscito a riaprire. Il Covid è stata una vera mannaia per il settore benessere ed estetica. La maggior parte ha subito riduzioni del fatturato che si aggirano intorno al 45% e in centinaia rischiano di dover abbassare le serrande definitivamente, senza un piano ristori massiccio e immediato.
I numeri fanno paura e fotografano un quasro allarmante per un comparto duramente colpito dalle misure per frenare il contagio. “Pur essendo rimasti aperti in questi mesi - denuncia Sebastiano Liso presidente Confesercenti Immagine e Benessere - , anche nelle zone rosse, parrucchieri e barbieri stanno subendo pesanti cali di fatturato: molti hanno subito riduzioni che si aggirano intorno al 45% e in centinaia rischiano di dover cessare l’attività”. Ma a pagare le spese delle ripetute chiusure sommate ai costi per adeguarsi ai protocolli di sanificazione sono estetisti e i truccatori. "Il settore dell’estetica - aggiunge Liso - tra chiusure, ristori che arrivano a singhiozzo e abusivismo dilagante è al collasso. Così come i make-up artist, che vivono gli effetti della crisi che ha colpito il comparto dello spettacolo”.
Uno scenario drammatico a cui, per molti, si aggiungono le scadenze fiscali da pagare, come l'affitto dei locali di esercizio. “Mentre il peso degli affitti non si è ridotto - fa notare Liso - , chi può operare sta registrando aumenti di costo consistenti su alcuni materiali essenziali per rispettare i protocolli di sicurezza”. Insomma, oltre al danno, ingente, anche la beffa di essere vittima di chi lucra sulla crisi.
I costi aumentano di giorno in giorno e le entrate si assottigliano. “A ridursi è stato solo il numero di clienti, tra contingentamenti e smartworking. Se si sommano tutti questi fattori, appare chiaro che anche chi sta continuando a lavorare si ritrova a vivere una crisi senza precedenti", sentenzia il presidente di Confesercenti Immagine e Benessere.
L'unica speranza per evitare che centinaia di attività si esinguano è appesa a un intervento di ristori corposo da parte del governo indirizzato a tutto il comparto estetica, altrimenti condannato al lavoro nero.
“In questa situazione - conclude Liso - , è necessario introdurre sostegni anche per le imprese rimaste aperte, con ristori che tengano conto dei cali di fatturato rispetto a prima della pandemia. Per il comparto dell’estetica sono, invece, necessari tempi certi per i ristori già previsti e misure di contrasto più severe per arginare il fenomeno dell’abusivismo”.
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