Sono proprio i numeri, quelli che il premier Mario Monti ha invitato a non guardare, a confermare che la situazione è tutt'altro che rosea. I dati pubblicati oggi dall'Istat parlano infatti di un forte crollo sia del prodotto interno lordo sia dei consumi. Il calo del pil del 2,6%, registrato nel secondo trimestre 2012 rispetto allo stesso trimestre del 2011, è il dato peggiore dal quarto trimestre 2009, quando il calo era stato del 3,5%. Su base congiunturale il calo dello 0,8% invece era stato registrato anche nel primo trimestre dell’anno. L’economia italiana si colloca dietro alle grandi economie del pianeta.
"Nel secondo trimestre, in termini congiunturali, il pil - comunica l’Istat facendo un raffronto internazionale - è aumentato dello 0,4% negli Stati Uniti, dello 0,3% in Germania e in Giappone, è rimasto stazionario in Francia, mentre è diminuito dello 0,5% nel Regno Unito". In termini tendenziali, si sono registrati incrementi del 3,6% in Giappone, del 2,3% negli Stati Uniti, dell’1,0% in Germania e dello 0,3% in Francia, mentre nel Regno Unito il pil è diminuito dello 0,5%. Nel complesso, l’Eurozona ha registrato un calo dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% in confronto allo stesso trimestre del 2011.
Oggi l'istituto di statistica ha rivisto al ribasso il dato sul pil nel secondo trimestre 2012: il calo è stato dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% nei confronti del secondo trimestre 2011, rispetto alla stima preliminare, diffusa ad agosto, che indicava un calo congiunturale dello 0,7% e su base annua del 2,5%. Nel secondo trimestre del 2012 tutti i grandi comparti di attività economica registrano una diminuzione congiunturale del valore aggiunto: -1,9% per l’agricoltura, -1,6% per l’industria e -0,5% per i servizi. In termini tendenziali il valore aggiunto è aumentato dello 0,9% nell’agricoltura, mentre è diminuito del 6% nell’industria in senso stretto, del 6,5% nelle costruzioni e dell’1,1% nel complesso dei servizi. A preoccupare è soprattutto la forte contrazione dei consumi. Secondo l'Istat, infatti, la spesa delle famiglie sul territorio nazionale nel secondo trimestre 2012 ha registrato un calo del 3,5%, dovuto a diminuzioni del 10,1% degli acquisti di beni durevoli, del 3,5% per quelli non durevoli e dell’1,1% per gli acquisiti di servizi.
Il premier Mario Monti resta comunque fiducioso e fa la sua previsione: "L'Italia tornerà a crescere nel 2013. Questa è la mia attesa", ha detto il presidente del Consiglio in una intervista a "Class cnbc". Secondo il capo del governo, "stiamo svolgendo una profonda spending review nell’ambito dell’amministrazione pubblica italiana, il cui obiettivo è precisamente evitare di dover aumentare l’Iva nei prossimi trimestri o nel prossimo anno.
Questa fu una necessità che dovemmo introdurre a livello legislativo all’inizio del nostro governo, nel novembre del 2011 come parte del contenimento del bilancio per infondere fiducia nei mercati, ma tale esercizio di spending review in atto sta ora offrendoci risorse alternative che possono evitarci di dover incrementare l’Iva. Questo è il nostro obiettivo. Ritengo inoltre che riusciremo ad evitare anche altri incrementi della pressione fiscale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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