Dazi Usa per 34 miliardi di dollari colpiranno, a partire da oggi, più di 800 prodotti cinesi. Pechino ha immediatamente risposto imponendo tariffe di valore equivalente. È così ufficialmente iniziata la “guerra commerciale” tra le prime due economie del pianeta.
Dal gennaio di quest’anno, Donald Trump aveva ripetutamente esortato il gigante asiatico a interrompere le “pratiche sleali” adottate da quest’ultimo ai danni dell’industria statunitense. Il Presidente Usa aveva denunciato i “furti di brevetti americani” perpetrati dalle aziende statali di Pechino e aveva minacciato tariffe elevate sulle merci cinesi dirette negli Stati Uniti, al fine di indurre la leadership orientale a mettere fine alle pratiche contestate. A mezzanotte, le minacce del tycoon sono diventate realtà.
I dazi Usa saranno del 25% e colpiranno più di 800 prodotti del gigante asiatico. Tra i beni oggetto del provvedimento rientrano macchinari industriali, articoli sanitari e componenti per il settore automobilistico. Pechino ha reagito alla decisione statunitense imponendo tariffe di analogo valore nei confronti dei Suv, della carne, del pesce e dei semi di soia provenienti dagli Stati Uniti. Destinatari delle contromisure doganali varate dalla Cina saranno, complessivamente, 545 prodotti “made in Usa”. Il Wall Street Journal sostiene che i due Paesi sarebbero pronti a proseguire la “guerra commerciale” introducendo, nei prossimi mesi, ulteriori dazi per 16 miliardi dollari.
L’inizio delle “ostilità” sarebbe la conseguenza del fallimento del terzo vertice sino-americano sui rapporti economici tra le due potenze. Durante il summit svoltosi a Washinton nel giugno scorso, Pechino avrebbe promesso alla delegazione statunitense di aprire “canali privilegiati” alle merci Usa dirette nel Paese asiatico. Tuttavia, il Presidente Trump avrebbe respinto tale offerta lamentandosi per le insufficienti garanzie offerte dalla leadership orientale circa la sospensione delle pratiche commerciali “sleali”. Secondo The Independent, la frustrazione per l’insuccesso del vertice sarebbe il motivo alla base della scelta del tycoon di imporre tariffe per 34 miliardi di dollari.
Il Governo Xi Jinping ha accusato Washington di avere iniziato “la più grande guerra commerciale nella storia economica mondiale” e ha dichiarato di avere deciso il rincaro dei beni statunitensi importati quale “misura difensiva a fronte dell’aggressività americana”. Global Times, l’organo di stampa ufficiale del Partito Comunista Cinese, ha lanciato una vera e propria sfida alla Casa Bianca: “Se gli Stati Uniti vogliono portare alle estreme conseguenze il conflitto con la Cina, peggio per loro. Forse, dopo tale scontro, l’Amministrazione Trump riacquisterà finalmente la ragionevolezza”.
Per il momento, i mercati
finanziari globali non hanno subito contraccolpi significativi dall’introduzione dei dazi Usa. La Borsa di Shangai ha visto infatti i propri titoli apprezzarsi dello 0,6%, mentre Hong Kong e Tokyo hanno registrato un + 1,3%.
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