Bilancio nerissimo quello del 2021 per l'auto in Italia: al 31 dicembre, secondo il Centro studi Promotor, saranno 1,46 milioni le unità immatricolate (-23,8% sul 2019 e +5,7% rispetto al 2020). Per il 2022 la stima è di una leggera crescita a 1,5 milioni, con l'auspicio che la crisi dei chip cominci a sfumare nella seconda parte dell'anno. E proprio la mancanza di chip unita alla pandemia e all'erogazione di incentivi a singhiozzo, inciderà sul dato di quest'anno (il segno «più» dipende per lo più dal confronto con i periodi di lockdown del 2020). Nei prossimi giorni il governo presenterà il maxi-emendamento alla Legge di bilancio, all'interno del quale le associazioni di categoria auspicano ci siano interventi per dare ossigeno al settore. A far salire la tensione, c'è poi la volontà del Cite, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica, di fissare al 2035 lo stop alla produzione dei motori endotermici, seguendo la linea dell'Ue. Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor, propone la sua ricetta per rivitalizzare il comparto: occorre - rileva - «un piano triennale per la rottamazione di un'auto di oltre 10 anni e l'acquisto di una Euro 6D nuova, con forti incentivi e l'obbligo del venditore di raddoppiarli. Quindi, è da realizzare un piano triennale per l'acquisto di auto elettriche seguendo lo stesso metodo».
Serve poi un piano organico di transizione all'elettrico con interventi di sostegno per i punti di ricarica, un adeguamento delle normative per favorire l'installazione delle colonnine e una corretta informazione agli utenti.
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