L'estate da incubo dei voli: ad agosto cancellati 15mila aerei

Disorganizzazione, capacità manageriali sotto le attese e scioperi stanno minando le vacanze di chi viaggia in aereo. Gli operatori invitano a posticipare le ferie ad altri periodi dell’anno

L'estate da incubo dei voli: ad agosto cancellati 15mila aerei

Se si guarda la situazione dal punto di vista percentuale, risulta che i voli annullati in Europa ad agosto sono il 2%. Dato che potrebbe non bastare a fare emergere lo stato della situazione che si esprime meglio in numeri: circa 15.700 mila voli cancellati secondo dati di Cirium, riporta Forbes, e si tratta di numeri che potrebbero anche crescere.

Le cause sarebbero da ricercare nella scarsa elasticità dei manager degli aeroporti e delle compagnie aeree che hanno ridotto gli effettivi durante i mesi più critici della pandemia, non avendo quell’elasticità per rimpolpare le fila degli effettivi a mano a mano che le restrizioni sono andate allentandosi. Oggi si parla di “rapida e non preventivabile” ripresa della domanda di viaggi aerei, come a sottolineare che nessuno si sarebbe potuto attendere che dopo due estati di restrizioni, le persone non avrebbero voluto riassaporare la piena mobilità.

L’ampio raggio della situazione

Il Guardian riporta che British Airways ha sospeso per una settimana la vendita di biglietti per viaggi a corto raggio e Lufthansa cerca di correre ai ripari a causa degli scioperi annunciati. La situazione esce anche al di fuori degli aeroporti, perché le norme europee impongono agli operatori turistici di fornire assistenza ai clienti che subiscono disagi, offrendo loro soluzioni alternative e ogni assistenza si rendesse necessaria. A prescindere da ciò, a pagare l’inerzia organizzativa degli scali e delle compagnie aeree sono ancora gli operatori turistici, confrontati con un mercato insolitamente fiacco proprio a causa del caos aereo che ha scoraggiato molte persone, costringendole a pianificare diversamente le ferie oppure a rimandarle nel tempo.

A fare le spese della situazione, a cascata, sono anche le strutture ricettive. Sarà necessario attendere l’autunno per avere dati attendibili sulle cifre realizzate dalle principali mete turistiche e comprendere quali sono state sacrificate dai viaggiatori e quali invece sono state predilette. I turisti sono principalmente di due categorie: quelli che pianificano con ampio anticipo le proprie ferie e quelli che decidono all’ultimo minuto. Se per questi ultimi cambiare meta in modo repentino può non essere un problema, i primi possono essere inclini ad annullare completamente il proprio viaggio, spesso all’estero, con ricadute che possono essere importanti per tutta la filiera del turismo.

I consigli degli operatori turistici

La norma adottata per principio è lineare e onesta: il consiglio che danno ai rispettivi clienti è quello di viaggiare a fine agosto o a settembre. Chi non può permettersi date tanto elastiche dovrebbe rivedere le proprie mire e scegliere località di villeggiatura raggiungibili con mezzi diversi dagli aerei.

Diversi Paesi, tra i quali l’Italia, vivono anche di turismo invernale e quindi ci si aspetta che aeroporti e compagnie aeree riescano a sanare le proprie debolezze organizzative e operative in tempi stretti. Le decisioni poco lungimiranti stanno ricadendo sulle spalle di molti.

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