Sergio Marchionne - ad di Fca, presidente di Cnh Industrial, presidente e ad di Ferrari e vicepresidente della holding Exor - continua la convalescenza dopo l'intervento chirurgico alla spalla destra subito in una clinica svizzera. Il periodo di riposo consigliato dai medici (Marchionne da anni è abituato a una vita frenetica, con frequenti spostamenti da una parte all'altra del mondo) sembra però protrarsi più del previsto.
Da qui la possibilità che il top manager possa saltare la conference call del 25 luglio, a commento dei dati trimestrali e semestrali del Lingotto, e quella del giorno successivo, riguardante i conti di Cnh Industrial. Negli stessi giorni, l'1 agosto, inoltre, sarà il turno del bilancio di Ferrari, mentre l'appuntamento con Exor, dove la figura centrale è però il presidente John Elkann, è fissato molto più avanti: il 6 settembre. Il fatto che Marchionne possa non presenziare agli appuntamenti più ravvicinati non è stato confermato dal Lingotto che, su tutta la vicenda, mantiene il massimo riserbo a tutela della privacy dell'ad. L'interrogativo sulla possibile assenza forzata di Marchionne al tradizionale incontro con la comunità finanziaria, che a questo punto vedrebbe il cfo Richard Palmer rispondere alle domande degli analisti, comincia ad avere un effetto «tam tam» nel mercato. Di fatto, dell'ad di Fca non si hanno notizie dal 26 giugno scorso, quando aveva consegnato all'Arma dei Carabinieri le chiavi di una Jeep Wrangler. Pochi giorni dopo l'indiscrezione di Lettera43 secondo cui il top manager era stato sottoposto a un'operazione in Svizzera. Notizia poi confermata da Torino con la precisazione che si trattava di un intervento alla spalla destra, dolorante da tempo. Poi, il silenzio e solo tante speculazioni che la piazza finanziaria non ha considerato, visto l'andamento delle azioni (ieri, a Milano, +1,3%) con l'attenzione puntata sui conti del secondo trimestre di Fca e il futuro di Magneti Marelli, società del gruppo ormai prossima all'atteso nuovo corso.
Il lungo pit stop di Marchionne, apparso negli ultimi interventi pubblici piuttosto affaticato, coincide con un momento delicato per l'azienda che fa capo alle famiglie Elkann e Agnelli. C'è, infatti, un piano industriale (quello presentato l'1 giugno: 45 miliardi di investimenti, di cui 9 destinati all'elettrificazione sulle varie gamme) sul quale si gioca il futuro di Fca ed è necessario spingere sull'acceleratore. Anche gli stabilimenti, soprattutto quelli italiani, aspettano di conoscere quali nuovi modelli verranno loro assegnati (Marchionne, in proposito, aveva rimandato una risposta a dopo l'estate). E poi ci sono le voci che vedrebbero la coreana Hyundai, che ha per azionista di peso il fondo americano Elliott con sempre più interessi in Italia (Tim, il Milan), interessata a stringere un accordo con Fca.
E sempre il pit stop di Marchionne cade a circa 9 mesi dalla sua uscita dal gruppo e dal contestuale passaggio del testimone al nuovo ad. Nessuna novità sul nome del successore, che dovrebbe essere scelto all'interno del Lingotto. Il riserbo sul nome continua però ad alimentare supposizioni, come quelle di Monica Mondardini, da poco vicepresidente di Gedi, società che edita La Repubblica e La Stampa e ad di Cir, e Vittorio Colao, ex ad di Vodafone. Entrambe regolarmente smentite: quella su Colao proprio l'altro giorno. «L'avvicendamento avverrà a tempo debito, con una soluzione interna», ha ribadito Elkann.
Su Magneti Marelli, intanto, spuntano alcuni dettagli relativi a scorporo e
quotazione. Lo spin-off avverrà tramite un veicolo olandese. Marelli, dunque, avrà come base Amsterdam, sulla falsariga di quanto è accaduto per Fca, Cnh I, Ferrari ed Exor, che manterrà il controllo della società hi-tech.
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