In Toscana calano gli iscritti ai sindacati. Cgil e Cisl stanno lentamente colando a picco, e il tonfo appare quanto mai evidente considerando che l’emorragia di affiliati cui devono far fronte va avanti da anni.
A mettere nero su bianco questa tendenza è un report economico elaborato nella regione toscana che ha fatto luce su quanto accaduto all’interno dei sindacati nell’ultimo decennio. Come riporta il quotidiano Italia Oggi, il risultato è emblematico: cala il lavoro, aumentano i disoccupati e diminuiscono gli iscritti alle varie sigle sindacali. Attenzione però, perché mentre Cgil e Cisl fanno registrare il segno meno, la Uil è in crescita.
Sono tanti i motivi che hanno spinto i lavoratori ad abbandonare il sindacato, in primis l’aumento della disoccupazione e la chiusura di numerose fabbriche e aziende. Nonostante alcuni metodi innovativi messi in campo dai sindacati fiorentini, la situazione resta tragica. Prendiamo la Cgil: a Firenze e dintorni il sindacato rosso ha perso 12.796 iscritti dal 2008 a oggi, passando da poter contare su 504.407 affiliati agli attuali 491.251.
Le spiegazioni che danno dall’interno sono le più disparate. La responsabile organizzazione della Cgil toscana, Monica Pagni, ha puntato il dito contro la restrizione della base dei lavoratori: “Dieci anni fa il tasso di disoccupazione in Toscana era del 4,4% mentre oggi supera il 7,5%”. Importante, inoltre, sottolineare anche il dato qualitativo, dal momento che adesso si rivolgono al sindacato per lo più lavoratori che hanno perso il lavoro, oppure quelli poveri e precari. Susanna Camusso, sottolinea l’importanza di altre cause, come ad esempio le esternalizzazioni: “In un ospedale – utilizza questo esempio la segretaria generale della Cgil - dieci anni fa, dal cuoco all' elettricista, avevano tutti il contratto della sanità. Ora lo hanno soltanto medici e infermieri”.
L'eccezione alla regola
Sul fronte Cisl la situazione non è tanto diversa. Gli iscritti sono passati dai 240.626 del 2008 ai 224.271 di fine 2018: in totale sono svanite nel nulla 16.355 tessere. Eppure c’è comunque da sottolineare come la flessione abbia riguardato i pensionati, perché gli attivi, puntualizza il segretario regionale, Riccardo Cerza, sono aumentati da 124.038 a 133.594. Cerza condivide, in parte, con quanto detto dai colleghi della Cgil: “Ci sono meno contratti a tempo indeterminato, molti appalti. Il lavoro è di livello inferiore e bassi sono anche gli stipendi. Non è più come entrare in una fabbrica con 3 mila lavoratori”.
L’unica nota positiva arriva dalla Uil. Questa sigla sindacale, sempre considerando il contesto toscano, è passata dal contare 65 mila iscritti nel 2008 ai 78 mila del 2018.
Il saldo attivo parla di + 13 mila nuovi affiliati, il 75% dei quali, sostiene il segretario Annalisa Nocentini, "lavoratori attivi". La crescita di Uil avviene in tutti i settori: dall’alimentare ai trasporti, dalla metalmeccanica al chimico farmaceutico. La ricetta, insomma, è quella giusta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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