Quasi 10 miliardi per rinazionalizzare Edf (Électricité de France). Lo Stato francese, che già detiene 84% del colosso energetico d'Oltralpe, ha confermato la sua intenzione di lanciare un'offerta pubblica d'acquisto (Opa) per acquisire il 100% del gruppo. Un'operazione che secondo i dati trasmessi dal ministero dell'Economia, costerebbe 9,7 miliardi. La rinazionalizzazione di Edf era stata annunciata il 6 luglio dalla neo-premier di Francia, Elisabeth Borne. «Questa operazione attribuisce ad Edf i mezzi necessari per accelerare l'attuazione del programma di rinnovo nucleare voluto dal presidente Emmanuel Macron e il dispiegamento di energie rinnovabili in Francia», afferma in una nota il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire.
Il gruppo, con un debito che potrebbe superare i 60 miliardi di euro a fine 2022, è esposto a pesanti spese finanziarie, presenti e future, e vasti cantieri industriali. Per il governo di Parigi, l'Opa è il modo più semplice e diretto di realizzare l'operazione, piuttosto che varare una legge di nazionalizzazione mai più fatta dal 1981. L'esecutivo intende depositare l'Opa presso l'Autorità per i mercati finanziari (AMF) entro inizio settembre, con l'obiettivo di concludere l'operazione a fine ottobre, riferiscono fonti del ministero francese dell'Economia. Il Parlamento dovrà comunque dare il proprio via libera alle risorse necessarie per concludere l'operazione nella manovra finanziaria correttiva del 2022. Il testo è attualmente in corso d'esame all'Assemblea nazionale. L'Opa sul 15,9% del capitale restante si farà sulla base di un'offerta di 12 euro ad azione. Questo prezzo rappresenta una aumento del 53% rispetto alla quotazione del titolo rilevata in Borsa prima che lo Stato annunciasse la rinazionalizzazione e un aumento del 34% rispetto alla media borsistica dei 12 mesi precedenti.
Sospesa in Borsa dal 13 luglio su richiesta della stessa Edf, la quotazione è ripresa questa mattina, con il titolo subito schizzato di circa il 15% in apertura, a 11,75 euro, vicino ai 12 euro proposti nell'Opa di Stato. Il valore del titolo è una questione chiave: entrato in pompa magna alla Borsa di Parigi nel 2005, il titolo dell'azienda è crollato dai 32 euro di fine 2005 a meno di 8 euro prima dell'annuncio della rinazionalizzazione.
«Il valore di 12 euro per azione ci appare chiaramente insufficiente, in particolare, rispetto a coloro che hanno sottoscritto nel 2005 e che hanno conservato la loro azione» a 32 euro, ma anche per i dipendenti che l'hanno potuta ottenere a 25,60 euro, deplora 'Energie en actions', un'associazione che rappresenta l'azionariato dipendente del gruppo.
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