È guerra Italia-Francia su satelliti e microchip

Più vicino il ribaltone al vertice di StM. Urso chiede parità anche nella governance di Iris

È guerra Italia-Francia su satelliti e microchip
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Dal futuro della microelettronica e del nucleare alla competitività di siderurgia e chimica, il confronto lungo l'asse Roma-Parigi resta ampio. Ciò anche in vista della prossima riunione dei gruppi di lavoro sul Trattato del Quirinale sulle tematiche industriali nella capitale francese, dove si sta tenendo il summit sull'intelligenza artificiale organizzato da Emmanuel Macron. Ieri, a margine dei lavori, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato il ministro dell'Economia, delle finanze e della sovranità industriale e digitale francese, Eric Lombard. Due i temi su cui Urso ha puntato i piedi: il governo societario di StMicroelectronics e chi comanderà nel programma Iris sui satelliti europei che dovranno esser lanciati dal 2030.

Il primo fronte è più urgente perché il produttore di semiconduttori, partecipato al 27,5% tramite una holding sia dallo Stato italiano sia dalla banca statale francese BpiFrance, è in forte difficoltà. Il 2024 è stato chiuso con un calo di oltre il 23% dei ricavi e del 63% dell'utile. Non solo. Si teme una raffica di licenziamenti e la società deve anche fare i conti con la class action presentata negli Usa presso la Southern Court di New York. L'accusa è di aver nascosto le reali condizioni dell'azienda danneggiando gli investitori con il crollo del titolo dopo la semestrale, pubblicata lo scorso 25 luglio. Nel mirino sono finiti il ceo Jean-Marc Chery (nella foto), e il direttore finanziario Lorenzo Grandi. Per questo Urso ieri avrebbe chiesto a Lombard di cambiare la governance. Insomma, la squadra di comando. La mina rischia di scoppiare, infatti, in Italia: i sindacati hanno già dichiarato lo stato di agitazione temendo una riduzione della forza lavoro di circa il 6%, parliamo di circa 2-3.000 persone, tramite prepensionamenti e incentivi. Senza dimenticare gli investimenti di StM nella Penisola per circa 10 miliardi, di cui 5 per il progetto di Catania, sostenuto per circa due miliardi dallo Stato italiano. StM deve competere con colossi come Asml, Nvidia e Tsmc, ma negli ultimi mesi le azioni in Borsa hanno sofferto anche rispetto alle europee Infineon e Nxp. La crisi della multinazionale è infatti connessa a quella del settore automotive. Come fa notare l'analista geopolitico Alessandro Aresu, il primato dei cinesi sulle auto elettriche sta diventando un problema anche per tutti gli attori europei dei semiconduttori. «StM ha clienti prestigiosi come Apple, SpaceX e Tesla, ma queste aziende operano costantemente per razionalizzare la filiera e ridurre i costi tramite innovazioni interne».

Nel frattempo, siamo in ritardo anche nel settore spaziale. Il programma Iris partirà nel 2030 e «quando sarà pienamente operativo, l'Europa avrà circa 290 satelliti in orbita bassa, mentre gli Stati Uniti ne avranno già oltre 40mila», ha sottolineato Urso a Lombard.

Aggiungendo che «serve un cambio di passo perché l'Europa deve accelerare lo sviluppo della propria infrastruttura spaziale se vuole restare competitiva». Anche nel caso di Iris, il ministro avrebbe chiesto garanzie su una governance equilibrata tra i vari Paesi. Quanto meno che non sia sbilanciata verso la Francia.

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