«Abbiamo realizzato il miglior inizio d'anno di sempre, con risultati di alta qualità anche grazie alla forte accelerazione delle commissioni e dei proventi assicurativi». Il consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, ha commentato così i risultati dei primi tre mesi 2024 aprendo la conference call. «L'utile netto di 2,3 miliardi è stato il miglior utile netto trimestrale dal 2007», ha dichiarato. I profitti non solo hanno evidenziato una crescita annua del 17,6% rispetto a 1,96 miliardi dello stesso periodo dell'anno scorso, ma sono stati superiori alle attese del mercato che stimava un utile di circa 2,1 miliardi di euro.
Nel periodo i proventi operativi netti sono aumentati dell'11,1% a 6,7 miliardi, con interessi saliti del 20,8% a 3,9 miliardi e commissioni a 2,3 miliardi (+6,3%). Sostanzialmente stabili (+1,3%) a 2,6 miliardi i costi, per un rapporto cost/income in calo al 38,2% Il coefficiente Cet 1 è al 13,3%, deducendo dal capitale 1,6 miliardi di dividendi maturati nel trimestre e il buyback da 1,7 miliardi da avviare a giugno. In Borsa il titolo ha ceduto il 3,1% vista l'intonazione negativa del comparto. «Prese di beneficio», ha tagliato corto Messina, rivendicando con orgoglio che «il 20% dei nostri azionisti sono le famiglie, siamo la nuova Generali».
L'attuazione del piano 2022-2025, intanto, procede spedita con una prospettiva di utile netto per il 2024 e per il 2025 superiore a 8 miliardi di euro. «Nel 2024 distribuiremo agli azionisti 7,3 miliardi incluso il buyback», ha spiegato Messina. Tutta la redditività proverrà, come negli ultimi anni, dalla crescita interna, cioè da un ulteriore aumento degli interessi, da un incremento delle commissioni e del risultato dell'attività assicurativa. I costi sono previsti invariati nonostante gli investimenti in tecnologia (attese inoltre 1.400 uscite in virtù della riduzione del numero di filiali).
L'M&A, al momento, non è un'opzione. «Non penso ci saranno operazioni significative di fusione e acquisizione in Italia, questa è la mia percezione, ma in ogni caso per noi sarebbe un fattore positivo non negativo», ha chiosato Messina precisando che «Intesa potrebbe beneficiarne molto». Analogamente anche fuori dai confini italiani non sono previsti movimenti particolari. «Non vedo opzioni che possano creare valore, l'acquisizione all'estero ha sinergie di costo molto limitate», ha aggiunto.
La novità è l'ingresso nell'organico della banca dell'ex presidente di Compagnia di San Paolo (primo socio della banca con il 6,5%) che sarà il nuovo presidente di isybank, mentre l'attuale numero uno Mario Boselli ne diventerà il vice. Confermato l'ad Antonio Valitutti. Profumo, ha sottolineato Messina, «è il presidente perfetto per posizionare la banca in Europa; abbiamo accelerato un cambio di governance e non c'è nessun legame con la vicenda del rinnovo dell'Abi». A questo proposito il banchiere ha smentito di aver stretto accordi con il suo omologo di Unicredit. «Se mi vedo con Orcel per pranzo, non è detto che si parla dell'Abi. Orcel è un amico. Vedremo come si evolverà la situazione, ma è una vicenda che non mi appassiona», ha affermato il consigliere delegato rimarcando che «ha senso investire su queste strutture se si posizionano al livello di eccellenza europea come Intesa» anche se «non c'è nessun problema con Patuelli». Un caveat circostanziato per il futuro, visto il ruolo di pivot che Ca' de Sass ha assunto sul fronte contrattuale.
«Abbiamo dimostrato di essere interlocutori che realizzano con successo le cose a prescindere da qualunque organizzazione; chiunque voglia trattare con noi può farlo direttamente e non ha bisogno di broker», ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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