Ita, il destino si decide in dieci giorni

La squadra Msc-Lufthansa e il fondo Certares depositano le due offerte migliorate

Ita, il destino si decide in dieci giorni

Ancora dieci giorni per decidere: poi si saprà a chi sarà venduta Ita Airways, l'erede (spuria) di Alitalia. Nel pomeriggio di ieri sono state presentate le proposte aggiornate da parte delle due cordate. In realtà, va precisato: una è una cordata, quella composta dal gruppo di navigazione Msc e da Lufthansa, prima compagnia aerea europea; l'altra è l'offerta di un singolo fondo d'investimento Usa, Certares, che per l'operazione ha stretto un'alleanza commerciale con l'americana Delta, primo vettore nel mondo, e Air France. Solo successivamente, se sarà assegnatario di Ita, il fondo Certares conta di coinvolgere Delta nel capitale.

Il governo che è contemporaneamente venditore e decisore aveva richiesto miglioramenti alle ultime proposte soprattutto sul piano della governance e sui reali poteri attribuiti allo Stato italiano, al di là delle quote; quest'ultimo intende mantenere un ruolo vigile in particolare rispetto alle politiche dell'occupazione e al mantenimento di un disegno industriale che arricchisca il Paese: una compagnia aerea, specie se pubblica, è un'infrastruttura strategica che a sua volta valorizza altre infrastrutture, a cominciare dagli aeroporti. Così al di là del prezzo per la quota d'ingresso circa 800 milioni la cordata europea che rileverebbe l'80% (60% a Msc, 20% a Lh, il 20% resterebbe al Mef), circa 600 da parte degli americani, che lascerebbero il 40% al Mef quel che più conta è il grado decisionale attribuito al governo (nomine comprerse), oltre naturalmente alla qualità del piano industriale. Entrambi i contendenti sono convinti della bontà dei loro miglioramenti, i cui dettagli si conosceranno nei prossimi giorni. Dopo l'esame del contenuto delle buste da parte del Tesoro, titolare della gara, il governo si è dato 10 giorni per scegliere il soggetto con il quale stendere e sottoscrivere il preliminare (un nuovo rinvio appare improbabile): e qui sta un elemento importante che si intreccia con la politica. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, l'8 agosto ha detto: «Non è mia intenzione lasciare la questione al prossimo governo. Dobbiamo fare il nostro dovere fino in fondo». Un impegno netto, senza incertezze, nella convinzione di averne legittimamente i poteri. Tuttavia resta l'incognita delle ormai prossime elezioni. Fratelli d'Italia è infatti convinto della «mancanza di legittimità di questo governo a decidere, ribadendo la contrarietà alla vendita della compagnia di bandiera».

Per evitare un futuro braccio di ferro ci potrebbe essere un escamotage risolutivo: una penale salata.

Il preliminare sottoscritto da Draghi potrebbe cioè contenere una clausola che impegni il governo, qualunque esso sia, a un pesante risarcimento nel caso in cui ci dovesse essere un dietro front rispetto agli impegni presi in questa fase. Ricordiamo che il closing della vendita deve avvenire entro il 31 dicembre; oltre, i finanziamenti a Ita sarebbero considerati da Bruxelles aiuti di Stati. A quel punto, addio.

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