Iveco Bus torna a produrre in Italia, che aveva lasciato nel 2011, e allo stesso tempo manterrà importanti sinergie industriali con gli attuali stabilimenti in Francia e Repubblica Ceca. Da Iveco Group, società nata dallo spin-off di Cnh Industrial e quotata da inizio anno, arriva così un forte segnale di attenzione verso il proprio Paese. Interessati sono gli impianti di Torino e Foggia, oggi specializzati nella produzione di motori industriali a combustione interna. L'azienda, in proposito, ha presentato una richiesta di accesso ai Contratti di sviluppo del Mise nell'ambito delle opportunità fornite dal Pnrr.
L'obiettivo, sottolinea una nota, «è avviare investimenti manifatturieri e attività di ricerca e sviluppo che si avvarranno delle competenze e dei prodotti della filiera automotive nazionale, con particolare attenzione al settore della componentistica dedicata».
L'investimento, inoltre, si propone di sostenere la transizione energetica nel segmento del trasporto collettivo di persone in Italia. Ma anche di sviluppare e introdurre tecnologie avanzate di propulsione e di rilanciare l'alleanza tra le diverse aree del Paese, dal momento che i siti del gruppo interessati dal piano sono quelli di Torino e di Foggia. Per il primo si valuta il potenziamento delle attività di ingegnerizzazione e fabbricazione di batterie elettriche, mentre per il secondo si prefigura la possibilità di installare nuove linee per il montaggio finale di bus ad alto contenuto tecnologico, a zero (elettrici e fuol cells) e a basse emissioni (metano/biometano e Diesel/biodiesel di ultima generazione).
La fabbricazione e le relative attività di ricerca e sviluppo sulle batterie, come le forniture motoristiche dei veicoli a basse emissioni, saranno affidate a Fpt Industrial. L'ambizione è di produrre i primi bus nella primavera del 2023. Sono previste assunzioni, mentre benefici diretti riguarderanno anche il parco circolante italiano che necessita di essere rinnovato.
«L'Italia - commenta Gilberto Pichetto, viceministro allo Sviluppo economico - conferma così la sua innata e strategica vocazione industriale, in particolare nel settore dell'automotive e dell'hi-tech». Soddisfatti i sindacati: «Resta ora al governo - sottolineano - approvare in tempi rapidi l'investimento, a sostegno della filiera italiana».
Aniasa, l'Associazione che rappresenta in Confindustria il settore dei servizi di mobilità (noleggio, sharing e automotive digital) sale intanto sull'Aventino e presenta, attraverso il presidente Alberto Viano, un esposto all'Antitrust in relazione agli incentivi recentemente varati dal Governo per l'acquisto dei veicoli meno inquinanti.
Di fatto, Aniasa denuncia «effetti discriminatorì generati dalla normativa che esclude dalla platea dei beneficiari degli incentivi le aziende e, in particolare, il noleggio dei veicoli, a scapito soprattutto dei consumatori privati che, proprio in questa fase di transizione ecologica, vedono pregiudicata la possibilità di utilizzare questa formula per avvicinarsi, a costi accessibili, a nuovi veicoli ibridi ed elettrici».
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