Lacci e lacciuoli del trasporto Ue

In questi ultimi mesi sono maturate in Europa alcune decisioni che penalizzano le imprese italiane di autotrasporto e con esse la competitività del Paese

Lacci e lacciuoli del trasporto Ue

In questi ultimi mesi sono maturate in Europa alcune decisioni che penalizzano le imprese italiane di autotrasporto e con esse la competitività del Paese.

La Germania ha introdotto una norma che obbliga le imprese estere a dimostrare, per mezzo di una complicata procedura, che il conducente dell'automezzo che percorre le sue strade percepisce un livello di retribuzione omogeneo al salario minimo corrisposto ai lavoratori tedeschi.

In Francia per le imprese europee che effettuano attività di cabotaggio (la possibilità che nell'ambito di un trasporto internazionale si effettuino trasporti all'interno della nazione che si attraversa) è fatto obbligo di aprire una sede o avere un referente dell'azienda che risieda in quel Paese.

Ora anche il Tirolo ha annunciato l'introduzione di divieti mirati per i vettori che attraversano il territorio con alcune tipologie di merci, ostacolandone la libera circolazione. Su tutte queste misure l'Unione europea è intervenuta chiedendo delucidazioni che però non ne hanno certo prodotto la sospensione.

Gli Stati in questione, facendo proprio il motto napoleonico "on s'engage et puis s'en voit" (ci si impegna e poi si vedrà) intanto le applicano mettendo fuori mercato i "concorrenti" italiani. Queste penalizzazioni rappresentano un importante capitolo delle disconnessioni esistenti nel nostro Paese nelle infrastrutture materiali e immateriali sulle quali lunedì 12 e martedì 13 ottobre a Cernobbio Conftrasporto inviterà a riflettere, in occasione del primo forum internazionale sui trasporti organizzato da Confcommercio.

Un invito a riflettere ma soprattutto ad agire: il nostro Governo oggi ha l'obbligo di mettere in atto quelle iniziative richieste dalla categoria, ma fino a oggi tenute in freezer, che

annullino le penalizzazioni esistenti per le nostre imprese. Alla luce degli scandali accaduti in Germania nessuno potrà accusare il nostro Governo di antieuropeismo. Anche perchè a brigante si risponde con un brigante e mezzo…

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