L'addizionale comunale Irpef viene ideata nel 1998. Nasce come imposta "vincolata" per coprire alcuni compiti precisi affidati ai sindaci. Ben presto, però, è divenuta una fonte a cui attingere per far quadrare i conti della città. Secondo i dati del ministero dell’Interno, riportati oggi dal Corriere della Sera, "si è trasformata negli anni in una tassa-tappabuchi usata, soprattutto nelle grandi città del centro-sud, per rastrellare risorse aumentando in modo costante la pressione fiscale". Le situazioni peggiori si trovano sicuramente a Roma e a Milano.
Secondo un sondaggio della Commissione Ue, in Italia è completamente saltata la correlazione fra il peso delle tasse comunali e la soddisfazione degli abitanti per i servizi. L'esempio per eccellenza è Roma dove il costo per abitante dell’addizionale Irpef è più alto. "Inclusi i bambini e gli incapienti - riporta il Corriere della Sera - si pagano 154 euro per persona nel 2014 dopo un aumento dell’83% rispetto a cinque anni prima. Dal 2003 per il Campidoglio - si legge ancora - il gettito di questa tassa si è moltiplicato per sei da 66,2 a 405 milioni di euro, eppure una progressione del genere non ha prodotto effetti tangibili". Tanto che i romani sono i cittadini più insoddisfatti d’Europa. Insieme a loro ci sono solo i residenti a Napoli e Palermo.
A Milano si registra l'aumento maggiore in termini relativi dell'addizionale Irpef. Nel 2010 nel capoluogo lombardo l'aliquota era pari a zero. Dopo un anno ogni abitante pagava in media 26 euro a testa, due anni dopo saliva a 143 euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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