Inizia a prendere forma l'offerta pubblica di scambio (Ops) di Intesa Sanpaolo su Ubi. Ca' de Sass ha comunicato venerdì notte di aver depositato il prospetto in Consob. Per conoscerne i contenuti tuttavia occorrerà aspettare almeno due mesi. La pubblicazione del prospetto potrà avvenire dopo l'ok dell'assemblea dei soci di Intesa (27 aprile) e il via libera delle autorità. Completati gli adempimenti, potrà partire l'Ops volta a creare il campione italiano con una quota di mercato pari ad almeno il 20% in tutti i principali ambiti della bancassurance. È probabile che il d-day non cada prima di metà giugno.
L'offerta di Intesa mette sul piatto 17 nuove azioni per 10 titoli di Ubi; a patto che aderisca almeno il 66,67% del capitale della banca guidata da Victor Massiah, ovvero la maggioranza di blocco in assemblea così da procedere all'integrazione dei due gruppi. Intesa Sanpaolo valuterà, comunque anche un'adesione pari alla maggioranza semplice del capitale (50% più una azione)
Per i tre patti di consultazione di Ubi significa avere di almeno altri sessanta giorni per organizzare la linea di difesa. Si preannuncia infatti una lunga battaglia di trincea dopo il «no pasaran» dichiarato dal Car (18,9% del capitale) e del Patto dei Mille (1,6%). Sembra allineato anche il sindacato degli azionisti (7,6%), a cui partecipa anche la famiglia di Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo, che ha posticipato il verdetto a causa del Covid19. I pattisti sono in movimento: Cattolica si è unita alle truppe del Car con una quota pari all'1% di Ubi.
Il giudizio dei pattisti finora è stato tranchant: l'operazione che polverizzerebbe il loro peso nel gruppo «non sa da fare», soprattutto ai prezzi proposti. Peraltro, il giorno dell'annuncio, il 17 febbraio, la valutazione di Ubi da parte di Intesa Sanpaolo si attestava a 0,6 volte il patrimonio netto. Ora, dopo il crollo dei listini vissuto in queste ultime due settimane, Ubi è valutata dal mercato molto meno: 0,37 volte (la metà circa di Intesa Sanpaolo).
Quanto all'eventualità di un ritocco all'insù dell'Ops, Carlo Messina, ad di Intesa, ha più volte chiarito che «il prezzo è giusto».
La strategia di Messina sembra voler convincere l'ampia base sociale di Ubi attraverso operazioni che, qualora l'Ops dovesse avere successo, vedranno protagonista il territorio di elezione del gruppo, dagli impieghi alle famiglie alla creazione di centri direzionali a Bergamo, Brescia, Cuneo e Bari. In Piazza Affari Ubi ha chiuso venerdì a 3,15 euro sotto ai 3,36 i titoli Intesa valutati dall'Ops.
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