42,8 per cento. A tanto ammonta la pressione fiscale che ha gravato sui contribuenti italiani nel 2020. Nonostante la pandemia, i lockdown e lo stop prolungato alle attività, le tasse hanno continuato a crescere (+ 0,4 per cento rispetto al 2019). A certificarlo è l'Istat nei Conti economici nazionali relativi allo scorso anno.
Secondo i dati dell'istituto di rilevazione, il rapporto debito/Pil è pari al 155,6% e quello deficit/Pil è al 9,6 per cento, a conferma che nei dodici mesi dell'anno del Covid l'economia italiana ha subito "una contrazione di entità eccezionale", pari all'8,9 per cento. Nel 2020 si sono registrati crolli degli investimenti fissi lordi del 9,2 per cento, dei consumi finali nazionali del 7,8 per cento e dell'export pari al 14,0 per cento. Già ad aprile, l'Istat aveva registrato nel quarto trimestre del 2020 picchi nella pressione fiscale, che era arrivata a sfiorare il 53 per cento, 1,3 punti superiore rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nelle ultime settimane del 2020, il reddito disponibile dei nuclei familiari è calato dell'1,8 per cento rispetto al trimestre precedente.
E il Codacons aveva bocciato su tutta la linea le politiche economiche del governo Conte II per dare il via alla ripresa economica: "Un quadro disastroso il quale dimostra che le misure di sostegno messe in campo dal governo, i bonus a pioggia varati dal governo e le misure di sostegno avviate durante la pandemia si sono rivelate del tutto insufficienti – diceva allora il Codacons – Il forte impoverimento delle famiglie porta oggi il 30% circa dei nuclei residenti in Italia ad avere difficoltà nel pagamento di rate e prestiti; addirittura il 40% delle famiglie ha difficoltà a pagare l'affitto, e tutto ciò mentre cresce la pressione fiscale nel nostro Paese".
Ancora una volta, la linea economica del Partito democratico - aumento delle tasse, vedasi le spinte per approvare la riforma del catasto - si conferma un flop che grava sulle spalle dei contribuenti e non porta risultati concreti per l'economia italiana. E di nuovo l'Istat lo certifica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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