Il governo ha una nuova strategia da mettere a punto nella lotta contro l'economia sommersa. Tutti i riflettori sono puntati sull'Iva, la cui evasione, come riportato da Il Sole 24 Ore, raggiunge la vetta della classifica sia per quello che riguarda l'imposta evasa che per i mancati versamenti; il primo valore nel 2017 si attestava 37,2 miliardi di tax gap, il secondo al 27,4% del gap.
Con una situazione del genere, il contrasto all'evasione dell'Iva diventa un caposaldo del nuovo decreto fiscale.
Uno dei metodi principali per scovare i furbetti è la cosiddetta fatturazione elettronica "a tappeto" tra i privati, scattata lo scorso 1 gennaio e che prevede l'obbligo di trasmissione telematica di scontrini e ricevute fiscali varie a partire dal 2020. Ma nuovi accorgimenti sono in arrivo
Evasione dell'Iva nel mirino
C'è dell'altro, perché il decreto fiscale, che arriva oggi in Consiglio dei ministri, potrebbe presentare alcune disposizioni dedicate appositamente all'Iva. Intanto è confermato l'invio dei corrispettivi, mentre si vocifera di possibili sanzioni fino a 2 mila euro per i commercianti che non accetteranno il codice fiscale dei consumatori in merito agli scontrini.
Da monitorare anche la situazione riguardante lo split payment, cioè quel particolare meccanismo attraverso cui la pubblica amministrazione paga i propri fornitori al netto dell'Iva. Confindustria ne ha chiesto a gran voce l'eliminazione ma per il Fisco il sistema funziona alla grande e probabilmente niente verrà modificato.
L'obiettivo annunciato del governo è recuperare 7,2 miliardi di imposte entro l'anno prossimo per consentire la riuscita della manovra finanziaria, e tra queste imposte rientra ovviamente anche l'imposta sul valore aggiunto.
Ma
l'obiettivo principale dell'esecutivo è ridurre il tax gap, traguardo assai complicato visto che l'imposta sul valore aggiunto evasa non è mai scesa al di sotto dei 34,9 miliardi nel periodo compreso tra il 2012 e il 2017.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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