La profezia sulla pensione: quando si andrà via davvero

Fosca previsione dell'Ocse per l'Italia: con i sistemi di adesso è possibile ritirarsi dalla vita attiva in media a 61,8 anni, ma per il futuro l'età prevista per il pensionamento è di 71 anni, come per altri Paesi

La profezia sulla pensione: quando si andrà via davvero

Sull'annoso tema della pensione interviene anche l'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), che nella sua analisi non ha buone previsioni per il nostro Paese. Secondo l'organizzazione internazionale di studi economici, l'età pensionabile italiana arriverà a 71 anni, attestandosi fra le più alte. Da precisare che l'Italia fa parte di quei sette Paesi dell'area Ocse che mettono in relazione l'età per la pensione alla speranza di vita.

In Italia in pensione a 71 anni

Nello Stivale, afferma l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ci sono attualmente diverse opzioni per poter andare in pensione prima dell'arrivo dell'età prevista dalla legge, ed in questo modo si abbassa "l'età media di uscita dal mercato del lavoro, pari mediamente a 61,8 anni contro i 63,1 anni della media".

In questi ultimi due anni, infatti, "sono state estese in Italia le opzioni di pensionamento anticipato, fornendo una soluzione al legame tra età pensionabile e aspettativa di vita". Tra il 2019 e il 2021, c'è stata Quota 100, provvedimento leghista che ha di fatto permesso di andare in pensione a 62 anni, ossia ben 5 anni prima rispetto all'età pensionabile prevista dalla legge, con 38 anni di contributi. Questa misura, stando all'accordo fra le parti dello scorso mese di ottobre, dovrebbe essere effettiva anche nel 2022, ma con 64 anni di età come requisito per il pensionamento (Quota 102).

"Quota 100 ha facilitato l'accesso ai diritti pensionistici, poichè in precedenza il pensionamento anticipato era subordinato al requisito di contribuzioni record di 42,8 anni per gli uomini e di 41,8 anni per le donne", spiega dunque l'Ocse, che precisa come anche la Spagna, oltre all'Italia, permetta di accedere ai pieni diritti pensionistici prima dell'età pensionabile legale con meno di 40 anni di contributi. Il Belgio, invece, vuole 42 anni di contributi, mentre Francia e Germania rispettivamente 41,5 anni e 45 anni.

"Il sistema pensionistico italiano abbina un'età legale di pensionamento alta a un'elevata aliquota contributiva del 33%, il che determina un elevato tasso di sostituzione netto dell'82% per i lavoratori con una carriera senza interruzioni e con salario medio, rispetto a un tasso del 62% in media nell'area dell'Ocse", si legge ancora nello studio.

Malgrado i sistemi introdotti in questi anni, la generazione che entra adesso nel mercato del lavoro potrà pensionarsi intorno ai 71 anni. Questa è la previsione per il futuro, molto simile anche per altri Paesi, come Danimarca, Estonia e Paesi Bassi. "In Italia e in questi altri Paesi", precisa l'Ocse, "tutti i miglioramenti dell'aspettativa di vita vengono automaticamente integrati all'età pensionabile".

Focus sulle donne lavoratrici

All'interno del suo studio "Pensions at a Glance", l'Ocse esprime preoccupazione per le lavoratrici e la loro retribuzioni. In paricolare, in Italia una donna che inzia a lavorare intorno ai 27 anni ed resta disoccupata per 10 anni nell'arco della propria "vita" professionale, otterrà poi una pensione inferiore di ben il 27% rispetto a quella di una lavoratrice a tempo pieno. Nell'area Ocse, per fare un paragone, la media è invece del 22%.

"Poichè le aliquote contributive dei lavoratori autonomi sono inferiori di un terzo rispetto a quelle dei dipendenti, i lavoratori autonomi possono aspettarsi pensioni inferiori di circa

il 30% rispetto a quelle dei dipendenti con lo stesso reddito imponibile per tutta la carriera: la media Ocse è del 25% più bassa", prosegue ancora l'organizzazione con sede a Parigi, come riportato da Agi.

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