Il governo rischia di far crescere l'odio tra cittadini garantiti e quelli che non lo sono. A pagare il costo della seconda ondata del Coronavirus saranno nuovamente i lavoratori privati, mentre gli statali si potranno ritenere ancora una volta protetti. "Ignorare questa differenza oggi significa favorire l'odio sociale e in questo momento c'è bisogno di tutto tranne che di odio sociale. Se si continua a dividere cittadini si mina il l'unità del Paese", era l'allarme lanciato da Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Lombardia, a ilGiornale. Evidentemente però per il premier Giuseppe Conte si tratta di un fattore irrilevante e non degno di meritare riflessioni. Anche se in realtà va detto che di tempo per i dipendenti pubblici ne ha dedicato.
Eh sì, perché il governo ha pronto sul tavolo un'offerta per un incremento di stipendio - a regime - leggermente superiore al 4%. Il tutto è messo nero su bianco nella relazione tecnica al disegno di legge di bilancio appena inviato in Parlamento. La proposta può essere riassunta e tradotta così: a fronte di una retribuzione media di 34.250 euro lordi l'anno, corrisponde un aumento effettivo pari a circa 107 euro mensili (sempre in termini lordi). E il presidente del Consiglio deve darsi pure una mossa: anche quest'anno la trattativa si svolgerà in extremis, nell'ultimo anno di validità del vigente contratto relativo agli anni 2019-2021.
La protesta dei sindacati
All'inizio di questa legislatura sono state definite progressivamente le risorse necessarie a finanziare gli incrementi retributivi: 1,3% nel 2019, 2,01% per il 2020 e 4,07% a partire dal 2021. Tuttavia, come riporta Il Messaggero, c'è qualcuno che non ci sta e alza la voce per protestare: i sindacati. Quantificando l'importo dell'aumento in 83 euro lordi - ritenuto troppo basso - l'offerta viene vista come insufficiente. Le sigle di categoria di Cgil, Cisl e Uil sottolineano che i dipendenti pubblici chiedono non solo "aumenti salariali in linea con la condizione economica delle famiglie" ma soprattutto pretendono "di non vedersi sottratte dalla busta paga somme già erogate in questo momento".
Le somme stanziate comprendono ulteriori voci: elementi come l'indennità di vacanza contrattuale scattata dal 2019 e i fondi destinati al salario accessorio di militari e forze di polizia, ad esempio, verrebbero assorbiti negli aumenti rendendoli di fatto più bassi rispetto alla situazione attuale.
In media 83 euro mensili, stando al calcolo del sindacato Unsa, mentre con il precedente rinnovo gli statali avevano ottenuto circa 85 euro lordi in più al mese. Nel frattempo i sindacati, insoddisfatti dei fondi stanziati in manovra per il rinnovo contrattuale, hanno proclamato lo sciopero dei dipendenti pubblici per il 9 dicembre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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