Il 2015 se ne va con alcuni progetti che l'Italia attendeva. Come l'introduzione del reato di omicidio stradale e la riforma dei porti. Per quanto riguarda il primo, facili annunci l'avevano dato per approvato da agosto. Cosa l'ha fermato? Non esiste una contrarietà concettuale ma esistono forti perplessità sul sistema sanzionatorio che i senatori hanno introdotto, oltre a dubbi sulla costituzionalità e l'assenza di un obiettivo rieducativo. Il percorso è a ostacoli e per superarli è sperabile che il Governo non ricorra ancora a una votazione di fiducia alla Camera, visto che già averla posta al Senato non è stato edificante e che per un reato la cui punibilità è condivisa non avrebbe senso. Anche per la riforma del sistema portuale bisognerà attendere: una sentenza della Corte costituzionale impone un ripensamento dell'intero impianto della legge. Le norme attuali prevedono il coordinamento tra Stato e Regioni su interventi di competenza legislativa concorrente. Non avendole il Governo rispettate, il ricorso presentato dalla Regione Campania è stato accolto. Questo obbligherà a far approdare il processo decisionale nella Conferenza Stato-Regioni. L'augurio è che l'ottimismo della ragione del ministro ai Trasporti Graziano Del Rio trovi ascolto, ma i problemi non mancano: il sistema di governo dei porti è presente nella legge sulla semplificazione approvata, ma le nuove Autorità portuali discendono dal Piano della logistica portuale incorso nella dichiarazione di incostituzionalità.
Conftrasporto dal 2014 ha evidenziato la necessità di intervenire sul titolo quinto per evitare il rischio di ricorsi alla Corte. Non è stata ascoltata. Speriamo di evitare altri errori frutto di facili annunci di cui il Paese paga il conto.*Presidente Fai Conftrasportoe vice Confcommercio- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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