I profitti di Generali tengono e superano le attese degli analisti, con la compagnia che riesce a confermare i target del piano al 2024. Apprezza il mercato, con il titolo che guadagna il 2% a 16,66 euro. Il Leone di Trieste, guidato dall'ad Philippe Donnet, nei primi nove mesi del 2022 ha ottenuto un utile netto in lieve flessione a 2,23 miliardi (-0,8% sul 2021). I risultati sarebbero migliori e in crescita del 5,5%, a 2,37 miliardi, senza il peso degli asset russi: la differenza di 141 milioni è da imputare alla svalutazione della quota in Ingosstrakh per 48 milioni e da 93 milioni di titoli a reddito fisso detenuti dal gruppo. «La quota in Ingosstrakh è congelata, al momento non è in vendita», ha spiegato il direttore finanziario di Generali, Cristiano Borean. A contribuire al risultato generale l'andamento dei premi lordi, cresciuti dell'1,3% a quota 59,8 miliardi sospinti dal ramo Danni (+10,3%), in particolare nel non auto. Calano, seppur di poco, i premi nel Vita (-2,9%). La raccolta netta nel Vita è arrivata a 7,7 miliardi (-25,3% rispetto a un anno fa), ma migliora il risultato operativo del segmento a +23,9 per cento. Cala l'apporto dell'Asset&Wealth management, il cui utile di 714 milioni (-7,5%) è zavorrato delle minori commissioni di performance da Banca Generali. Il risultato operativo a livello di gruppo è risultato in ulteriore crescita a 4,8 miliardi (+7,8%), grazie allo sviluppo positivo dei segmenti Vita e Danni, con quest'ultimo che evidenzia un combined ratio a quota a 93,3% (+2 punti) su cui pesa l'aumento dei sinistri e l'iperinflazione argentina. L'indice di solvenza della compagnia alla fine di settembre è sceso al 223% rispetto al 227% di fine 2021. Anche se, a ottobre, è risalito al 225 per cento.
A causa dell'impennata inflattiva, Generali sta ritoccando le tariffe. «Il gruppo continua a iniettare costantemente aumenti tariffari specialmente nel settore auto», ha spiegato Borean.
I vertici del Leone non hanno commentato le indiscrezioni sull'interessamento per l'americana Gugghenheim Asset Management. Tuttavia, in cassa a Generali rimane una buona potenza di fuoco per l'M&A: «Ogni esercizio produciamo organicamente circa 1 miliardo di cassa libera utilizzabile per capital redeployment, principalmente M&A, al di là del dividendo pagato agli azionisti». La compagnia stanzierà circa 3 miliardi per diversificare le sue fonti di utile.
Tutto quelli che si avanzerà, sarà pagato agli azionisti. Sulla vendita di Banca Generali, invece, che servirebbe a finanziare l'operazione Gugghenheim, Borean si è limitato a rispondere che Generali «è felice azionista di Banca Generali, e siamo soddisfatti».
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