
Saranno nozze norvegesi per Saipem. Nella giornata di ieri il consiglio d'amministrazione del gruppo guidato da Alessandro Puliti ha dato l'ok all'operazione e, a cascata, quelli di Eni (azionista di Saipem col 21,19%) e Cassa depositi e prestiti (col 12,8%) hanno approvato l'accordo con Subsea7, gruppo che al pari di Saipem opera nel settore dell'ingegneria e dei servizi per l'industria petrolifera e delle energie rinnovabili. Entrambe con una quotazione borsistica intorno ai 4,6 miliardi di euro, le due società fuse avranno una governance paritetica e un nuovo nome: Saipem7. L'operazione darà vita a un colosso dell'ingegneria energetica da 20 miliardi di ricavi che si preannuncia essere il più grande operatore del settore al mondo.
Nella tarda serata, il comunicato di Saipem - a cui hanno fatto seguito quelli di Eni e Cdp - spiega che è stato sottoscritto «un memorandum of understanding con Siem Industries, azionista di riferimento di Subsea7, volto a definire, tra l'altro, il proprio impegno a fornire ogni supporto all'operazione, nonché i principi che regoleranno la governance della società incorporante Saipem nell'ambito di un patto parasociale che sarà sottoscritto tra le tre parti». La fusione, prosegue la nota di Saipem, «sarà strutturata come una fusione tra pari con un rapporto di concambio fisso 50-50, vedrà Saipem in qualità di società incorporante mantenere la sede sociale e il mercato di quotazione in Italia, oltre a risultare quotata in Norvegia all'esito della fusione».
Eni, Cdp Equity e Siem Industries, che rappresenteranno insieme circa il 29% del capitale sociale (rispettivamente Siem 11,8%, Eni 10,6% e Cdp Equity 6,4%), «costituiranno un nucleo stabile di soci di riferimento che nominerà la maggioranza del consiglio di amministrazione». L'operazione sarà strutturata in modo tale da non incorrere in obblighi di Opa. I soci di Subsea7 riceveranno 6,688 azioni di Saipem per ogni azione Subsea7 detenuta. Inoltre, la società norvegese distribuirà un dividendo straordinario di 450 milioni prima del perfezionamento dell'accordo che avverrà nella seconda metà del 2026.
Gli azionisti italiani (Eni e Cdp, per l'appunto) controlleranno il 17% della società integrata e indicheranno l'amministratore delegato, che rimarrà l'attuale numero uno di Saipem, Puliti. Mentre la sponda norvegese, con una quota dell'11,8% facente capo al veicolo societario di Kristian Siem (fondatore di Siem Industries e presidente del consiglio d'amministrazione di Subsea7), indicherà la presidenza del gruppo per la quale verosimilmente verrà scelto lo stesso Siem.
Da quanto raccolto in ambienti vicini al dossier, si registra una certa soddisfazione anche dalle parti di Palazzo Chigi. «L'accordo per la fusione di Saipem con la norvegese Subsea 7 rappresenta un perfetto esempio di come il pubblico può valorizzare operazioni industriali imponenti», è il commento del ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, «con questa fusione, infatti, si costruisce un colosso mondiale del settore dell'ingegneria energetica ma con sede in Italia, a Milano». L'intesa aveva già iniziato a prendere forma negli anni passati, con avvicinamenti dapprima solo di tipo commerciale. Saipem e Subsea7, infatti, hanno unito le forze in diversi progetti offshore, in particolare per lo sviluppo di infrastrutture sottomarine e in alcune gare per lo sviluppo di campi petroliferi e gas. Un accordo commerciale tra Saipem e Seaway7, controllata da Subsea7, era stato annunciato il 23 febbraio del 2023 e riguardava una collaborazione su progetti eolici a mare su fondazioni fisse.
Come riporta il comunicato, la nuova società avrà un portafoglio
ordini aggregato di 43 miliardi di euro, ricavi per circa 20 miliardi e un margine operativo lordo di oltre 2 miliardi. Avrà un'organizzazione globale con oltre 45mila persone, fra cui più di 9.000 ingegneri e project manager.
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