Il settore dell'auto alla Commissione Ue: "Parlate con le imprese"

Scudieri (ex capo Anfia): "Timmermans apra un ristorante e sfami i 12 milioni di addetti"

Il settore dell'auto alla Commissione Ue: "Parlate con le imprese"
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Passaggio di consegne in casa Anfia, l'Associazione nazionale della filiera automotive. Per Roberto Vavassori, membro del board di Brembo, è la seconda volta da presidente. A cedergli il testimone, terminato il mandato, è stato Paolo Scudieri. All'assemblea generale delle aziende aderenti, presenti anche i vertici delle associazioni cugine di Francia e Polonia, non sono mancate le critiche alla Commissione Ue a proposito del piano al 2035 che prevede la sola mobilità elettrica. E se il neo presidente Vavassori ha rilevato come «razionalità e analisi dei dati devono essere anteposti ai processi politici», il collega francese Luc Chatel (Pfa), ha denunciato come «le autorità Ue abbiano deciso di sabotare la stessa Europa che ha inventato l'auto», con il risultato che nel 2022 ci sono state più importazioni che esportazioni, «un segnale pericoloso».

A margine dell'evento, il presidente uscente Scudieri si è tolto un po' di sassolini dalle scarpe: «La data del 2035 non può essere un diktat, ma la conseguenza di una metabolizzazione tecnologica che dev'essere interpretata nel modo più razionale possibile. L'auto, infatti, è un fattore di evoluzione e inclusione sociale. Sostenibilità, quindi, significa anche preservare questi parametri. Se arriveranno delle novità in vista delle elezioni Ue del 2024? Stiamo vivendo le ultime turbolenze dettate da Frans Timmermans, il vicepresidente della Commissione Ue al quale più volte ho augurato di aprire un ristorante per sfamare, ovviamente gratis, i 12 milioni di addetti del settore. Un personaggio ampiamente criticato anche al proprio interno e attenzionato nelle decisioni delle commissioni. Le bugie hanno le gambe corte...».

Nell'intervento pubblico di congedo, Scudieri ha anche sottolineato la mancanza di dialogo con Bruxelles rispetto a una transizione sicuramente più confusa che ambiziosa, nonché governata da asiatici e americani, «con l'Europa concentrata a legiferare e regolamentare, strozzando l'ingegno centenario di un settore che da anni è il primo investitore privato in ricerca e innovazione».

Il neo presidente di Anfia, Vavassori (Scudieri gli ha augurato di «portarci nel nuovo eldorado dell'automotive e della componentistica»), nel ribadire che «decarbonizzare i veicoli vuol dire aprire l'orizzonte ai vettori energetici a bassa emissione di CO2, siano essi carburanti o energia elettrica, secondo il principio della neutralità tecnologica», ha esposto una realtà dei fatti di cui si parla poco. Un vero allarme. «In tema di batterie - ha precisato - siamo alla fase pre-adolescenziale, c'è ancora da ricercare, visto che l'attuale tecnologia è vecchia di oltre 45 anni. Le 30 gigafactory in costruzione in Europa utilizzano tutte la tecnologia attualmente disponibile, niente di innovativo, e quindi sono a forte rischio di obsolescenza ancora prima di essere ammortizzate. È quindi prioritario lo sviluppo, in Italia, della catena del valore delle batterie a monte delle gigafactory per costruire un futuro meno dipendente dalla Cina». Quindi, l'appello di Vavassori alla Commissione Ue: «Cara Europa, time-out, torna ad ascoltare imprese e cittadini. La tua attività legislativa non sta producendo norme competitive».

Il neo presidente, a questo punto, spalma anche su tutti i Paesi membri la responsabilità della situazione attuale: «Non hanno saputo coagularsi lasciando a Bruxelles fare di testa sua. E hanno votato il piano Fit for 55. Quindi...».

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