L'esecutivo è attualmente a lavoro per ridurre i costi dell'energia: in particolare è allo studio una riforma dei cosiddetti oneri generali di sistema, così da veder diminuire nel medio-lungo periodo la cifra riportata in bolletta.
È dall'ormai lontano 2015, infatti, che tali oneri hanno raggiunto quota 14-15 miliardi all'anno, pesando considerevolmente sull'imposta elettrica (ben un quarto della spesa totale).
Il rincaro delle materie prime
L'aumento del prezzo delle materie prime, che si è verificato nell'ultimo periodo in seguito alla ripresa dell'economia mondiale, porterà ad una vera e propria stangata a partire da questo autunno, motivo per cui l'esecutivo guidato da Mario Draghi ha deciso di prendere dei provvedimenti, così che i cittadini non siano troppo gravati a livello economico.
In che modo il governo vorrebbe intervenire? Secondo Il Sole 24 Ore, si starebbe pensando di ricorrere alla delega per quanto riguarda il lavoro di revisione degli oneri – questo ciò che traspare dalla bozza del disegno di legge per la concorrenza -, con l'aggiunta di una riforma della materia. L'intenzione sarebbe anche quella di spostare sotto la fiscalità generale gli oneri per il sostegno delle energie rinnovabili. Questi ultimi, secondo i dati riferiti da Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), rappresenterebbero ben il 70% dei 14,9 miliardi di oneri relativi all'anno 2020.
Nel nuovo disegno di legge in esame si parla di far gravare questi oneri sul consumo di combustibili fossili nel riscaldamento e nei trasporti con meccanismi di gradualità, ma il ministero della Transizione ecologica ritiene che sia prima necessaria una "compiuta riforma della materia". La discussione, dunque, è ancora aperta.
La stessa Autorità di regolazione per energia reti e ambiente avrebbe avanzato in più occasioni delle proposte, spiegando al governo quanto sia importante eliminare dalla bolletta elettrica "gli oneri non direttamente connessi agli obiettivi di sviluppo ambientalmente sostenibile e quelli finalizzati al contrasto della povertà energetica". Una soluzione portata avanti anche dall'Antitrust, che lo scorso marzo, rivolgendosi al Parlamento, ha spiegato che "alla copertura di tali oneri si può provvedere mediante trasferimenti dal bilancio dello Stato".
Le aste dei permessi di emissione di CO2
In attesa di trovare un punto comune, il governo sta cercando di alleggerire comunque la bolletta, evitando che i cittadini subiscano i rincari. A darne conferma anche il presidente dell'Arera Stefano Besseghini, che ha riferito di un "cantiere aperto" sulla questione.
Un aiuto considerevole potrebbe arrivare dalle aste del mercato europeo dei permessi di emissione di CO2, che stanno portando degli ottimi ricavi, con proventi nel solo secondo trimestre pari a 719 milioni.
Secondo la Direttiva Red II, infatti, una quota dei proventi delle aste della CO2 deve essere destinata "alla copertura dei costi di incentivazione delle fonti rinnovabili e dell‘efficienza energetica mediante misure che trovano copertura sulle tariffe dell’energia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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