Prima Ford e adesso Stellantis, all'appello manca ancora General Motors, ma potrebbe essere questione di poco. La tenacia del sindacato americano Uaw, alla fine, sta portando a casa, per i lavoratori delle «Big Three», buona parte dei risultati sperati. Il maxi-sciopero negli Usa (oltre 45mila lavoratori hanno incrociato le braccia, bloccando anche i 38 magazzini di pezzi di ricambio in tutto il Paese) indetto dallo scorso 15 settembre, di fatto ha messo in ginocchio la produzione americana di veicoli con perdite importanti, costringendo tra l'altro Stellantis a rinunciare a tre importanti Saloni: Sema di Las Vegas (da domani al 3 novembre), Los Angeles Auto Show (16-26 novembre) e Ces di Las Vegas (9-12 gennaio 2024).
Decisioni sofferte, in particolare quella per la rassegna sulle tecnologie del futuro del settore di inizio 2024, nel Nevada, a causa dei costi elevati imprevisti.
Il presidente americano Joe Biden, che aveva manifestato settimane fa al fianco dei lavoratori di Ford, ha plaudito all'accordo - che ha definito «storico» - tra Uaw e il gruppo con al volante Carlos Tavares (nella foto). «Un'intesa - ha detto il capo della Casa Bianca - che arriva dopo duri negoziati, condotti in buona fede, che garantiranno ai nostri lavoratori i salari, i benefici, la dignità e il rispetto che meritano».
I due accordi (Uaw-Ford e Uaw-Stellantis) contengono molti termini uguali o simili, incluso un aumento salariale generale del 25% (da 28 a 40 dollari l'ora), nonché la possibilità di adeguamenti salariali legati al costo della vita in caso di boom dell'inflazione. Il tutto dovrà essere ora ratificato. L'ultima escalation delle agitazioni in Stellantis è avvenuta lunedì scorso quando il sindacato ha chiesto ai lavoratori di scioperare nello stabilimento Ram di Sterling Heights, nel cuore del Michigan, che produce il popolare pick-up 1500.
John Lawler, direttore finanziario di Ford, oltre a quantificare il costo dello sciopero in 1,3 miliardi di dollari, ha ritirato anche le previsioni sugli utili operativi per tutto il 2023. Per Stellantis se ne saprà con precisione domani in occasione della presentazione dei conti trimestrali.
La lunga e dura vertenza americana è stata seguita con interesse anche dai sindacati metalmeccanici italiani, tanto che settimane fa una delegazione della Fiom-Cgil, guidata dal segretario Michele De Palma, si era recata a Detroit per incontrare i colleghi dello United automotive workers e sostenere i picchetti davanti all'impianto di assemblaggio di Stellantis a Toledo, nell'Ohio.
E General Motors?
Cresce il pressing del Uaw. Il sindacato ha infatti annunciato un ampliamento dello sciopero in attesa della capitolazione. A incrociare le braccia saranno i dipendenti dello stabilimento GM di Spring Hill, nel Tennessee.
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