Non ci sarà alcuna stretta sulle auto aziendali, e la conferma arriva direttamente dal maxiemendamento alla legge di Bilancio.
Ci sono tuttavia alcune importanti novità da considerare e alcune considerazioni da prendere in esame. Come sottolinea Il Sole 24 Ore, il raddoppio del reddito in natura tassabile per quei dipendenti che usano l’auto aziendale anche nel tempo libero sarà sostituito dalla cosiddetta “graduazione del trattamento” in base alle emissioni di Co2, che terranno conto di soglie diverse rispetto ai precedenti ecobonus ed ecomalus.
Attenzione però, perché le novità riguarderanno soltanto i contratti stipulati a partire dal luglio. Sarà tuttavia necessario chiarire al più presto se questa espressione si riferisce al momento esatto in cui un dipendente sceglie l’automobile oppure al momento in cui il datore effettua l’ordine al rivenditore. Per questo si attende una circolare che possa sciogliere ogni dubbio.
Per quanto riguarda la citata graduazione - in seguito alle polemiche scaturite dalla prima stesura della norma - avrà un impatto pressoché nullo, almeno in una fase iniziale. Il reddito in natura resta tale e quale al livello attuale per la maggior parte delle auto aziendali, cioè le vetture inserite nella fascia di emissioni comprese tra i 61 e i 160 g/km di Co2. Questo significa che resterà al 30% del valore ottenuto considerando un utilizzo medio del mezzo di 15 mila km l’anno, secondo il costo chilometrico ufficiale Aci moltiplicato per 15 mila.
Premi e aggravi
Capitolo premi. Per i dipendenti che scelgono modelli di auto elettriche o ibride plug-in il reddito in natura tassabile scende al 25%, sempre però nel caso in cui le emissioni delle loro vetture non superino i 60 g/km. Fino a 70g/km sono previsti inoltre incentivi ecobonus al momento dell’acquisto, tra l’altro in vigore dallo scorso marzo.
Al di sopra del valore di 160 g/km sono invece previsti degli aggravi graduali. E così la quota di reddito salirà dal 30% al 40% nel 2020 e al 50% a partire dal 2021 per le auto le cui emissioni di Co2 rientrano nella fascia 161-190 g/km. Chi supera i 190 g/km dovrà fare i conti con un aumento fino al 50% per il 2020 e al 60%, a regime, dal 2021. In ogni caso questi modelli sono poco diffusi all’interno delle flotte aziendali.
C’è infine un ultimo punto da considerare. La legge di Bilancio rinvia l’allineamento di prezzo alla pompa rispetto alla benzina.
Già, perché la prevista abolizione dei “sussidi ambientalmente dannosi” si è trasformata “nell’istituzione di una commissione di studio presso il ministero dell’Ambiente”, il quale dovrà preparare una proposta entro il 31 ottobre 2020.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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