Elon Musk, l'uomo più ricco del mondo, con un patrimonio personale di 219 miliardi di dollari, fondatore di Tesla e non solo, riconosciuto come l'imprenditore più visionario di tutti, torna improvvisamente con i piedi sulla terra. In una comunicazione interna, di cui Reuters è venuta in possesso, Musk afferma di avere una «pessima sensazione», a causa delle prospettive dello scenario economico globale. Ecco allora il blocco delle assunzioni in tutto il mondo (5mila le posizioni aperte su Linkedin a ogni livello) e l'ipotesi di ridurre il personale del 10% circa (10mila dei 99.290 lavoratori). Un allarme che ha gettato nel panico il Nasdaq: il titolo Tesla ha infatti chiuso la seduta con un -9,22%.
Al momento, la Casa automobilistica che produce auto sportive elettriche, ha stabilimenti negli Stati Uniti, Cina e Germania, a Berlino. Proprio nei giorni scorsi, il tycoon australiano aveva ordinato ai dipendenti di Tesla e della società aerospaziale Space X, di rientrare nei rispettivi uffici per almeno 40 ore settimanali, giudicando «non più accettabile il lavoro a distanza».
Le «sensazioni» di Musk si sommano ai timori di recessione espressi da manager del calibro di Jamie Dimon, ad di JPMorgan Chase, che è passato dalla previsione di «nubi tempestose economiche» alla stima di «un uragano» in arrivo per via delle «distorsioni» all'economia provocate dalla corsa dell'inflazione.
Il caso Tesla, inoltre, si inserisce in una serie di tagli anche più ampi in atto nel settore tecnologico americano che, in maggio, ha perso più di 15mila posti, un livello non più visto dai primi giorni della pandemia, secondo i dati dell'osservatorio di Layoffs.fyi. Assunzioni ferme, poi, anche da parte di Twitter e Meta, mentre Netflix, Salesforce, Robinhood e PayPal figurano tra le decine di aziende che hanno ridotto la forza lavoro nelle ultime settimane.
Intanto, c'è chi mette il relazione i tagli di Tesla con la vicenda ancora aperta relativa alla possibile acquisizione di Twitter (notizie e microblogging) da parte dello stesso Musk, operazione per la quale l'imprenditore ha offerto 44 miliardi, ponendo come garanzia un pacchetto di azioni. Cause legali sono in corso.
Il presentimento di Musk su una crisi economica prossima negli Usa, non sembra però scuotere più di tanto il presidente Joe Biden, il quale ha augurato ironicamente al tycoon, ma senza nominarlo, «molta fortuna per il suo viaggio con Space X sulla Luna». Dalla Casa Bianca, quindi, una frecciatina velenosa: «Ford sta aumentando gli investimenti e lo stesso sta facendo Stellantis».
Musk deve anche incassare il fatto che Autocar, una delle più importanti riviste del settore automotive, ha riconosciuto Carlos Tavares, ad di Stellantis, «La persona più influente dell'industria automobilistica mondiale», relegando il patron di Tesla al secondo posto.
Fca Us (Stellantis), infine, ha raggiunto un accordo che risolve un'indagine penale negli Usa che coinvolge 101.
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